Miriam Masala: da Amici alla "casa sull'albero"

Miriam Masala, classe 1992, nel 2013 ha partecipato ad "Amici" e - dopo il singolo pluripremiato "Settembre" - è pronta per il suo nuovo album che, ci ha raccontato, segna un nuovo inizio.

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Miriam Masala è nota al grande pubblico per la sua partecipazione ad Amici quando, nel 2013, arrivò alle fasi serali incassando un buon successo tra i telespettatori. Da allora, però, sono passati quattro anni e la cantante ligure - con la determinazione e la grinta dei suoi 25 anni - non si è fermata un attimo. "Con la partecipazione al talent - ci ha raccontato - sono andata in un attimo da 0 a 100, poi mi sono fermata a riflettere e mi sono presa del tempo per fare tutta la gavetta che non avevo fatto prima. A quel punto ho capito che, quello che voglio, è fare musica. Il nuovo album è un primo passo in questa direzione, un passo per dire 'Miriam è diventata questo, dopo Amici e tutto', insomma questo album è l’inizio di un nuovo percorso".

 

Un percorso che inizia già 4 anni fa quando la musica diventa il tuo impiego a tempo pieno...

"Sì, come lavoro vero e proprio sono 4 anni ma la musica mi piace da sempre e, per questo, sono debitrice ai miei genitori che hanno curato la 'colonna sonora della mia infanzia' guidandomi nella buona musica italiana e facendo nascere in me quella che è sempre stata una passione. All'inizio, però, pensavo che fosse la normalità, solo crescendo mi sono resa conto che non potevo più farne a meno e che, per riuscire in questo campo, dovevo superare la mia timidezza! Quando ero piccola mi vergognavo anche a cantare davanti ai miei genitori e mi 'esibivo' quasi esclusivamente durante le serate a casa di mia zia quando papà mi accompagnava con la fisarmonica in pezzi vecchissimi".


Quindi è stata la tua famiglia a guidarti nel percorso?

"Assolutamente, i miei non mi hanno mai impedito di seguire questa strada e in questo so di essere stata particolarmente fortunata perché so di molti papà e di molte mamme che fanno fatica a capire e non smettono d'invitare i loro figli a 'trovarsi un lavoro vero'. A me questo non è successo e, anzi, è stata proprio una della mie due sorelle a convincermi ad iscrivermi alla scuola di canto che mi ha portata ad Amici".

 

Amici, un’esperienza importantissima nella tua carriera.

"Io credo che i talent siano una grande vetrina e che la decisione di partecipare o meno dipenda dalle scelte che un artista vuole fare ma anche dalle possibilità visto che si tratta di un qualcosa di fondamentale per chi magari non ha le possibilità di farsi conoscere in altro modo. La cosa che però bisogna ricordarsi sempre è che sono un punto di partenza, non un punto d'arrivo".


Il momento della tua partecipazione ad Amici che ricorderai per sempre?

"Uno dei ricordi che mi sono rimasti più impressi è stato l’incontro con Fiorella Mannoia che è la cantante preferita di papà e quindi, in qualche modo, è sempre stata 'presente' nella nostra vita domestica. Abbiamo parlato e ho scoperto che vediamo il mondo della musica allo stesso modo, entrambe vogliamo raccontare qualcosa anche se - ovviamente - la mia vena è più leggera ma quello dipende dall'età e dall'esperienza".
 

Nel 2015 hai reinterpretato "Le tasche piene di sassi" di Jovanotti: qual’è il tuo rapporto con questa canzone?

"Jovanotti, in generale, l’ho ascoltato parecchio perché mi piace molto. Con questa canzone nello specifico, invece, ho un rapporto ancora più speciale perché dalla prima volta che l’ho sentita ho capito di volerla fare mia, interpretarla senza obblighi perché mi ci sento legata. Oltre a questo - e proprio per questo - è la prima canzone che ho portato ad Amici e ancora oggi la considero il mio portafortuna che porto sempre con me".


Parliamo del presente tra il tuo singolo "Settembre", con due vittorie al Premio Lunezia 2017, e il tuo nuovo album.

"Settembre è nata così, è una sorta di poesia, è una canzone leggera che si differenzia dalle altre che saranno nell’album, una bonus track che ci voleva perché io sono anche questa e amo il pop quando è intelligente, vuole essere la canzone che si distacca raccontando un aspetto diverso e condividendo il mio buon proposito di ogni anno che mi porta, immancabilmente durante ogni settembre, a scegliere di continuare a crederci. Il nuovo album, invece, è un tassello importante che segna l'inizio di una carriera che io m'immagino di costruire come una casa sull’albero. Nasce da un lavoro lungo 4 anni ed è frutto anche della gavetta. Si tratta, in pratica, dell'album che - tra le collaborazioni illustri  (con Zibba, Fabio Ferraboschi e Matteo Becucci) e grazie all'aiuto dei miei fidati amici che mi danno una mano enorme - mi ha permesso anche di cimentarmi per la prima volta con la scrittura di alcuni dei brani. Insomma è un punto di partenza e d'arrivo allo stesso tempo, è un punto, è una casa sull'albero che - difficile da costruire ma stimolante ogni volta che trovi il tassello che ti serve - ti permette di avere un punto d'osservazione diverso che serve sia per guardare che per farti guardare spiegando dove sei arrivata. E io, adesso, sono qui".
 

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