Andrew Garfield e Claire Foy al London Film Festival con Breathe
“Una storia di vero amore tra persone dotate di grande umanità”. Con queste parole Andy Serkis ha definito Breathe (titolo italiano Ogni tuo respiro), il suo nuovo film da regista che ha aperto la 61esima edizione del London Film Festival con un tenero mix di commozione e umorismo.
In Breathe, Andrew Garfield interpreta Robert Cavendish, un uomo inglese che, all’età di 28 anni, rimane quasi completamente paralizzato in seguito alla poliomelite. La sua vita subisce una brutale rivoluzione e i giorni passano veloci, mentre lui è costretto a letto all’interno di un ospedale triste e claustrofobico. La moglie Diana, Claire Foy, però non vuole accettare questa nuova realtà e si impegna per trovare un’alternativa che faccia stare meglio Robert, ma allo stesso tempo aiuti la loro piccola famiglia ad andare avanti, senza essere divorata dal pessimismo e dal dolore. Il loro caro amico Teddy Hall, interpretato da Hugh Bonneville, costruisce su misura per Robert il primo modello di sedia a rotelle dotata di respiratore, riuscendo a donargli una nuova libertà di movimento. Robert ricomincia così a fare passeggiate con i suoi cari, a partecipare ad alcune feste con gli amici, fino a viaggiare anche fuori dall’Inghilterra, mentre riacquista fiducia in se stesso e nella vita.
“Un ruolo così fisico implica sicuramente una sfida, anche perché è stato molto difficile esprimere le emozioni solo con il viso, con gli occhi. Tutte le espressioni dovevano trasmettere l’anima del personaggio” ha dichiarato Andrew Garfield durante la conferenza stampa del film a Londra, riflettendo su Robert Cavendish come il primo vero supereroe da lui interpretato, nonostante Spider-man. “In questa storia secondo me tutti i personaggi coinvolti sono degli eroi, dagli amici a Diana, per la loro devozione a Robert e alla causa, dimostrando che la vita può essere bellissima nonostante tutto. Tutti abbiamo bisogno di queste storie, di queste personalità geniali e brillanti, sia culturalmente che socialmente” ha aggiunto.
Come ha precisato Serkis Breathe “è una storia straordinaria raccontata con una forma convenzionale”, sottolineando la scelta di realizzare un film canonico, che alterna il dramma con un umorismo tipicamente british, per raccontare un’avventura straordinaria e originale che tocca il cuore con sincerità e tenerezza, senza abbandonarsi a luoghi comuni, stucchevoli scene strappalacrime o dialoghi preconfezionati che si vedono spesso in biopic di questo tipo. Nella prima parte è facile ritrovare riferimenti al film La Teoria del Tutto con Eddie Redmayne nei panni dello scienziato Stephen Hawking, sia per le similitudini narrative, sia per la messa in scena. Ma andando avanti Breathe ha una sua identità ben definita, più ironica e in grado di rubare qualche sorriso nello spettatore, ricercando con cura i lati positivi di una tragedia.
La forza di Diana, una moglie innamorata che resta accanto al suo compagno di vita in difficoltà, con l’aiuto di un figlio altrettanto premuroso e attento, è un vero esempio di altruismo che lascia senza parole. Con Breathe gli anni ’50 insegnano alle nuove generazioni che l’amore, quello vero, è fatto di passione, rispetto e condivisione, nel bene e nel male, e portare sul grande schermo storie che lo testimoniano è una scelta riuscita. Claire Foy, la star della serie tv The Crown, che presto vedremo nel nuovo film di Damien Chazelle First Man, convince pienamente al fianco di Andrew Garfield. I due creano sulla scena una coppia innamorata, umile, divertente e forte, che affronta tutto quello che la vita gli ha promesso con caparbietà e cuor leggero.
Robert e Diana sono generosi e Serkis è riuscito a sottolineare il loro straordinario potere di influenzare la vita degli altri per una trasformazione positiva e utile alla società. L’invenzione della sedia a rotelle comporta una nuova forma di libertà per un disabile costretto a dire addio all’aria aperta, al sole, al mare, alla campagna e al tempo piacevole in compagnia della propria famiglia. Il tema della malattia e della disabilità in Breathe non sono chiamati in campo in nome della pietà per realizzare un film forzatamente drammatico, ma diventano le compagne di viaggio dei protagonisti, scrivendo un destino commovente e caparbio.