Bambino morto di morbillo: aveva la leucemia, il contagio dai fratelli

Un bimbo di 6 anni affetto da leucemia linfoblastica è morto per le complicazioni del morbillo trasmesso dai fratelli maggiori che non erano stati vaccinati.

La vicenda è l'esempio di quanto sia fondamentale "l'immunità di gregge". © stalnyk/123RF

Aveva sei anni, lottava contro la leucemia, lo ha ucciso il morbillo. Non poteva essere vaccinato perché la leucemia linfoblastica acuta è immunodepressiva e il suo organismo non avrebbe retto. D’altra parte i genitori non lo avrebbero vaccinato comunque, visto che i fratelli, che pare lo abbiano contagiato, non lo erano e, secondo fonti dell’ospedale, pur sapendo che il più piccolo dei tre aveva il sistema immunitario compromesso, avrebbero preferito astenersi. Sia come sia, il più piccolo dei tre, oggi non c’è più.

Il suo corpo ha smesso di lottare dopo più di tre mesi di battaglia: il 15 marzo era stato ricoverato in terapia intensiva all’Ospedale San Gerardo di Monza perché i suoi polmoni, a causa dell’infezione da morbillo, non riuscivano più a respirare da soli. È rimasto intubato per tutto questo tempo, mentre i medici cercavano di compensare anche l’insufficienza cardiaca. Purtroppo è stato tutto inutile e sebbene la sua leucemia “oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi” come ha commentato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, che per primo ha confermato la notizia, le complicazioni del morbillo sono state fatali.

È dolorosissimo commentare la morte del bimbo, che probabilmente si sarebbe salvato dalla leucemia - ha chiosato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin esprimendo la vicinanza “ai genitori e al loro immenso dolore” - ma è stato ucciso dal morbillo perché non poteva essere vaccinato. Succede, come dice la scienza, quando manca l'immunità di gregge”. L’unica che, secondo Gallera, avrebbe potuto salvarlo: “Se 95 persone su 100 sono vaccinate contro il morbillo, questo numero protegge dalla malattia anche le 5 persone non vaccinate. Se non ha abbastanza persone da infettare il virus non riesce a diffondersi. Se la soglia delle persone non coperte da vaccinazione è più bassa, un virus ha molte più possibilità di colpire”.

Ecco perché, a pochi giorni dal cambio delle norme sui vaccini obbligatori, la notizia e “un pugno nello stomaco” - per usare ancora le parole di Gallera - che fa ancora più male. Perché “abbiamo tentato in tutti i modi di salvare la vita del piccolo - ha spiegato Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo di Monza -: è arrivato da noi sei mesi fa per la leucemia, poi ci siamo accorti che aveva contratto il morbillo”. Perché se dalla leucemia, con grande probabilità sarebbe potuto guarire, è morto a causa di quella malattia che la scienza ha debellato ma lo scetticismo del Terzo Millennio si ostina a non considerare pericolosa. E intanto uccide.

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