Maddie McCann, parla una tata: “ecco come andò quella notte”
Una ex baby sitter rivela alcuni dettagli sulla sera del 3 maggio 2007, quella in cui la piccola Maddie McCann scomparve dal resort portoghese: “Non era un posto sicuro”.
The nanny who was there the night Madeleine McCann vanished slams the police https://t.co/k8Y7E2SYEf pic.twitter.com/deJPstgt6Z
— The Sun (@TheSun) April 18, 2017
Quella maledetta sera del 3 maggio 2007, all’Ocean Club di Praia da Luz, in Portogallo, “il padre Gerry guardava freneticamente sotto le auto, mentre la mamma Kate camminava avanti e indietro gridando ‘Hanno preso Maddie’”. Maddie è Madeleine McCann, Gerry e Kate sono i suoi genitori e chi parla è una ex tata del resort da cui la piccola è scomparsa avverando l’incubo di ogni genitore che trova, all’improvviso, il letto vuoto. Da allora la donna non si dà pace e dieci anni dopo ha scelto il Sun per raccontare la sua verità.
Quella a cui ha assistito, per lo meno: “Un genitore è venuto da me - racconta la donna che dopo l’episodio, per lo shock, ha cambiato casa e professione - e mi ha detto che stava succedendo qualcosa giù e che qualcuno era alla ricerca di un bambino, ma io non l’ho immediatamente associato a Maddie”. La baby sitter aveva già conosciuto “la famiglia perfetta”: i McCann, i genitori, entrambi medici e i figli, i gemellini di due anni Sean Amelie e Madeleine, di tre anni e mezzo. Erano in vacanza insieme ad altre due coppie di amici con figli piccoli, quella sera i bimbi dormivano in camera, i genitori cenavano a cento metri di distanza e a intervalli regolari un adulto andava a controllare. Precauzione che, purtroppo, non è bastata.
“Un paio di minuti più tardi - aggiunge la ex tata - sono scesa e ho visto Kate in lacrime e alcuni amici che la stavano confortando mentre Gerry guardava sotto le auto agitatissimo. Credo di aver detto qualcosa come ‘la troveremo, queste cose accadono spesso’ e poi ho cercato di consolarla”. Quello che avrebbero fatto tutti, mentre intorno l’angoscia si faceva più spessa del buio della notte: “Quando ci hanno detto di iniziare a cercare nei bidoni ci siamo resi conto che era una cosa molto seria”.
È a questo punto che punta il dito contro la polizia: “Sono arrivati dopo un’ora e mezza e c’era già un sacco di gente così ogni possibile prova o indizio è stato compromesso” ha dichiarato senza esitazione la ex tata, precisando che molti dettagli che lei stessa ha riferito agli inquirenti non sono nemmeno stati messi a verbale e quindi sono andati perduti per sempre. La rabbia della donna trasuda anche dall’omertà della struttura, a suo dire poco sicura negli ultimi tempi: “C’era stato un ordine di non muoversi da sole nel resort. Non era più un club adatto alle famiglie” afferma, ricordando alcuni stupri avvenuti nella zona.
Sia come sia, dieci anni dopo quella notte e milioni di sterline spese da Scotland Yard per un’inedita caccia all’uomo che ha portato a migliaia di segnalazioni - dall’Australia all’Italia, passando anche per i familiari di Sigmund Freud - e teorie - è stata rapita, si è allontanata da sola, è stata uccisa da un ladro e sepolta, solo per citare le più recenti - nessuno, ancora, ha scoperto la verità su Maddie McCann.