Aspettare un figlio: guida semiseria per future mamme
Le emozioni del test positivo, le nausee dei primi periodi e i pareri indesiderati sempre e comunque: aspettare un figlio non è sempre una passeggiata. Ecco qualche consiglio per future mamme.
La gravidanza è un periodo di grandi emozioni, grandissimi cambiamenti e incommensurabili oscillazioni ormonali. Proprio a causa dell’esplosivo mix di questi tre fattori, aspettare un figlio può rivelarsi un’esperienza ben lontana da quella proposta dall’iconografia più diffusa che è popolata - perlopiù - di graziose (e curatissime) donne dall’evidente sguardo proto-materno che alternano sessioni di yoga tra amiche - rigorosamente gravide - a coloratissimi frullati di frutta, indispensabili - è chiaro - per il corretto sviluppo del feto.
In realtà, purtroppo, la dolce attesa spesso è agrodolce (e, a tratti, può diventare addirittura amarognola): ecco qualche consiglio semi-serio per aggiungere un po’ di zucchero alle lunghissime 40 settimane in attesa del bebè.
Aspettare un bambino: la scoperta
Quando si scopre di aspettare un bambino il vortice di emozioni scatenate dalla doppia linea sul test di gravidanza può lasciare un po’ spiazzate tra la gioia assoluta (“Sarò mamma!”) e la totale disperazione (“Sarò la mamma peggiore del mondo!”).
In questo momento l’importante è mantenere la calma, prendendosi qualche minuto (decine di minuti, se serve) per respirare a fondo e concentrarsi sulle sensazioni più profonde. Nel giro di qualche mese (e poi per gli anni a venire) si ricorderà sempre quel momento con un fremito di emozione, meglio goderselo quindi!
Aspetto un bambino! Le comunicazioni
Una volta assimilata l’informazione arriverà il momento di comunicare la lieta novella. Lanciarsi in un urlo frangi-cristalli “Aspetto un bambino!” è senz’altro un’opzione ma è bene considerare che anche per il partner (e poi per i futuri nonni, i futuri zii e i futuri tutto-il-resto) questo momento è destinato a rimanere per sempre nella memoria quindi potrebbe essere il caso di organizzare le comunicazioni con più tatto.
Banditi i messaggini e gli strepiti, quindi, il consiglio per comunicare al proprio compagno l’imminenza della sua paternità potrebbe essere, per esempio, quello di apparecchiare la tavola con un piatto in più e alla domanda “Abbiamo ospiti?” rispondere con un sognante “Presto l’avremo in ogni istante della nostra giornata… e non sarà un ospite” (poi, di fronte al suo viso immancabilmente interrogativo, largo all’urlo: “Aspetto un bambino!”).
Aspettare un bimbo: il primo periodo
Chi deve saperlo è stato informato e ha avuto modo di "digerire" la notizia. Questo è, in generale, il momento nel quale ci si rende conto di aspettare un bimbo sul serio ed è normale che tornino a galla i dubbi e gli interrogativi. Nello stesso tempo il corpo inizia a cambiare, si può essere vittime delle famigerate nausee (che hanno quantomeno il vantaggio di lasciare ben poco spazio alle domande topiche), è possibile avvertire una devastante sensazione di stanchezza (a ogni ora, in ogni luogo) e soprattutto, dato che la notizia non è ancora di dominio pubblico, ce la si dovrà cavare praticamente da sole.
In questa fase è importante modificare la routine senza imporsi (e imporre al proprio corpo) i ritmi massacranti della “vita precedente”: dormite più che potete, passeggiate e respirate a fondo quando se ne presenta l’occasione e toglietevi qualche (sano!) sfizio anche a tavola. Chi ben comincia…
Acido folico (alleato prezioso)
Nelle primissime fasi della gravidanza, poi, sarà il momento di iniziare a preoccuparsi seriamente del benessere del piccolo “ospite”. L’acido folico (che sarebbe importante assumere anche prima della scoperta della gravidanza se si sta decidendo di avere un bambino) diventerà un alleato preziosissimo fin dalle prime settimane e, in questa fase, si dovranno abbandonare anche le cattive abitudini (in primis fumo, alcol ed eccesso di caffeina).
Il vantaggio? Smettere di fumare in gravidanza è molto più semplice e in quanto a caffè e alcolici ci penserà direttamente l’organismo - con le sue nausee - a far capire, senza timore di smentita, che è (molto) meglio evitare!
Non sapevo di essere incinta…
Tutto questo, ovviamente, è vero se si può contare su un ciclo regolare e dunque, al primo giorno di ritardo, iniziano le congetture, i test di gravidanza e si mette in moto la “macchina organizzativa della gravidanza”. “Non sapevo di essere incinta”, invece, è una considerazione comune tra coloro che non sono state dotate da Madre Natura di un’invidiabile regolarità e - nei primi tempi di attesa - leggono la stanchezza come il segno di un periodo sovraccarico, le nausee come scatenate da un pasto sbagliato e il gonfiore come un (fastidioso) effetto collaterale del medesimo pasto.
Tant’è. Che la certezza arrivi prima o dopo, dalla doppia lineetta sullo stick in poi il percorso... è sempre quello.
Aspettando un bambino: to do list
Oltre all’acido folico, al relax, all’addio ai vizi e all'attenzione alla dieta, però, c’è molto di più. Aspettando un bambino, infatti, la to do list quotidiana si allunga inesorabilmente e, proprio per questo, può essere molto utile organizzare - armandosi di penna e quadernetto o agenda - una lista delle cose da fare settimana dopo settimana. Questa dovrà comprendere sia gli esami medici che le (per una volta necessarie) sessioni di shopping (dall’abbigliamento pre-maman ai gadget neonatali in vista dell’arrivo del pupo) nonché i “buoni propositi” (per esempio “Entro la 36esima settimana di gravidanza avrò fatto spazio per la culla e organizzato l’armadio”).
Visualizzare gli impegni del presente e del futuro nero su bianco, infatti, sarà utilissimo e - accanto a questi - si potranno annotare, giorno per giorno, piccoli aneddoti o riflessioni da rileggere poi quando il piccolo sarà effettivamente arrivato.
Aspetto un bimbo (o una bimba): i pronostici indesiderati
Normalmente è con l’ecografia morfologica che si scopre il sesso del nascituro ma sono poche le future mamme che arrivano al momento fatidico senza aver percorso la selva oscura delle illazioni altrui. Alla vista di una pancia arrotondata, d’altra parte, nemmeno il più disinteressato e frettoloso dei passanti per strada riuscirà a trattenere la corsa al pronostico (“Ha la forma di un’anguria, sarà una bella bimba” oppure “Guardi com’è bassa aspetta un maschietto, vero?”).
In realtà, però, i vecchi detti popolari - inutile ripeterlo - lasciano il tempo che trovano quindi la miglior possibilità di fronte alle illazioni altrui è un caloroso sorriso accompagnato da un cordiale “Arrivederci”.
Aspettando un figlio: gli ultimi periodi
Ci siamo, questo periodo trascorso aspettando un figlio (il figlio!) è agli sgoccioli e, tra poco, si assumerà il nuovo (e stimolante) status di mamma. Un cambiamento totalizzante e totale che coinvolgerà ogni secondo della nuova vita (propria e altrui, si sa che quando nasce un bambino nasce anche una mamma).
Ma quindi? Quindi nell’ultimo periodo di gravidanza il suggerimento è quello di far sfoggio di assoluto e onnicomprensivo egoismo. Concedetevi lunghe sessioni di tv, leggete libri, fate docce infinite, passeggiate senza meta, perdetevi tra gli scaffali dei negozi, visitate mostre, andate al cinema, andate a teatro, guardatevi un balletto: anche se credete che la vostra pazienza sia agli sgoccioli e siete impazienti di conoscere l’inquilino del vostro utero cercate di dedicarvi prima di tutto a voi stesse. La prima conseguenza? Il vostro umore vi ringrazierà e vi troverete ricaricate al momento dell'arrivo!
Avere un bimbo: è il momento
La vita è un ciclo e la gravidanza non fa eccezione visto che l'attesa inizia con una donna incredula di fronte a un bastoncino coperto di pipì e finisce con una donna altrettanto incredula con un lancinante mal di pancia. La cosa interessante, però, è che questi due momenti sono assolutamente speculari e, anche quando arriveranno le prime doglie, le sensazioni saranno tantissime e tutte contemporanee (la gioia: “Sto per avere un bimbo!”, la disperazione: “Che male! Riuscirò davvero ad avere un bimbo?!”).
Calma anche in questo caso. Le prime contrazioni, in generale, sono leggere e dalla prima fitta all’espulsione ci sarà tutto il tempo di capire quello che sta succedendo, di tranquillizzarsi e anche - malgrado questo non sia esattamente il primo pensiero delle partorienti - di godersi questo momento che, malgrado il dolore, è tutto un susseguirsi di incredibili magie. Ed è solo l’inizio.