Casa Donald Trump: da quella d’oro a quella Bianca
Il 20 gennaio Donald Trump dovrà abbandonare la Golden House, l'appartamento da 100 milioni di dollari di New York, per la sobria Casa Bianca. Ecco che cosa lascia.
Al numero 721 della Quinta Strada, all'angolo con la 56esima, affacciata a Central Park, la Trump Tower svetta dal 1983. Impossibile non notarla, soprattutto ora, piantonata com’è dalla polizia, dato che l’inquilino dell’attico (nonché il padrone dei muri) è diventato il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Per vedere la casa di Donald Trump, sua moglie Melania, neo First Lady e Barron, anche noto come Little Donald, bisogna arrampicare lo sguardo fino al piano numero 55 e poi strizzare gli occhi fino al 58 di 58 (e non 68, come faziosamente millanta il suo proprietario). Per immaginare gli interni basti sapere che la residenza del Re Mida vale 100 milioni di dollari e la porta d’ingresso è tempestata di diamanti e d’oro.
D’altra parte, in quelle stanze ispirate a Versailles (ma simili a quelle di Scarface), quasi tutto, per davvero, luccica d’oro: le boiserie, gli stucchi, i fregi, alcune statue, le lampade, i candelabri, la (rarissima) sedia in stile Luigi XV, le basi dei tavolini, la frutta che decora il tavolo della colazione e perfino il servizio da tè. Il resto è un tripudio di pavimenti di marmo (così pregiato che gli ospiti sono invitati a usare i pattìni per non rovinarli) e mobili antichi per lo più in stile Luigi XIV, statue di bronzo, affreschi dei miti greci sui muri e lampadari di cristallo, tappeti e velluti. In soggiorno, dietro al divano semicircolare, c’è una fontana; la sala da pranzo è foderata di specchi; nella stanza di Barron c’è un leone a grandezza naturale che il piccolo ama cavalcare. Solo la cucina è piccola, in fondo, come dichiarò Trump in passato, cucinare non è esattamente una priorità.
Arredato da Angelo Donghia, l’architetto e designer dei super vip noto (da Ralph Lauren a Liza Minelli passando per Diana Ross), l’ambiente è dominato dalle tinte del giallo, del beige, dell’ocra, del rosa e dell’amaranto, tonalità che ora potrebbero vestire i muri di quella Casa Bianca al 1600 di Pennsylvania Ave dove la famiglia si trasferirà il prossimo 20 gennaio. Tanto per la cronaca: il bianco in casa Trump è stato abolito: troppo banale.
Secondo le prime indiscrezioni, se la Casa Bianca dovesse restare bianca, l’orto voluto da Michelle cederà il posto a un campo da minigolf per Donald (la cui passione per il junk food è arcinota); stessa sorte subirà parte dei giardini - l’esigenza è ricavare un parcheggio per i Suv degli ospiti - che verranno adornati con qualche pianta tropicale trapiantata dalla villa in Florida e nani da giardino sparsi qua e là. Rigorosamente in oro, va da sé.