Tavola di Natale: gli immancabili del tradizionale banchetto
Natale porta con sé un'atmosfera unica che cambia nella forma, ma resta legata alle tradizioni tipiche di ogni regione. Vediamo insieme quali sono gli "immancabili" della tavola, perché è bene essere moderni, ma non bisogna dimenticare di volgere lo sguardo al passato.
Le feste di Natale si ripresentano ogni anno scandendo i nostri ritmi di vita.
Durante questo periodo per le strade di ogni città si respira un'atmosfera magica, un'aria fredda che però scalda il cuore, e ci si immerge in un groviglio di luci e vetrine di negozi che fanno a gara a chi ha la decorazione più bella.
La magia del Natale penetra anche nei cuori dei più cinici e viene per ricordarci - al di là di cibo, pacchetti e pacchettini - che tutti noi nella vita abbiamo bisogno di un momento per fermarci e goderci il calore dei nostri cari: famiglia, amici, compagni e animali.
Essendo una festa antichissima (avrà almeno...2016 anni?) il Natale è impregnato di tradizione e riti propri ad ogni paese, regione e, addirittura, famiglia. Dopo esserci quindi ben informati sulla preparazione di una tavola perfetta - secondo i dettami del Galateo, ma con un pizzico di originalità - vediamo cosa la tradizione impone sulla nostra tavola imbandita.
Cosa non deve mancare nel menu di Natale
Come detto ogni regione ha le proprie tradizioni specifiche, a seconda anche dei prodotti che sono di più facile reperibilità, ma ci sono dei veri e propri immancabili e che fanno dell'Italia un paese molto unito, almeno quando si parla del cibo che deve essere presente in tavola il giorno di Natale. Il salmone affumicato è un esempio lampante: consumato su una semplice tartina imburrata, è un antipasto perfetto. E come non citare l'immancabile insalata russa? Un trionfo di verdure sbollentate in acqua salata e aceto condite con della delicata salsa maionese (rigorosamente home made!).
Per quel che riguarda la tradizione dolce invece non possono naturalmente mancare panettone e pandoro, che siano artigianali, confezionati, farciti, glassati, o rivisitati in qualsiasi modo possibile, questi due dolci di origine settentrionale sono un vero e proprio simbolo del Natale in tutta la nostra penisola, che però sta pian piano invadendo il resto dell'Europa. Per esempio a Parigi è possibile acquistare pandori e panettoni nei supermercati (anche locali) già a partire dalla prima settimana di novembre - quando si dice tutto il mondo è paese.
Tradizioni (culinarie) natalizie al Nord e al Sud
Entrando ancor più nello specifico, sulla tavola Natalizia settentrionale non possono mancare i tortellini o i cappelletti in brodo di cappone, o gli agnolotti, a seconda della regione di provenienza.
In Brianza e a Milano è il risotto giallo che la fa da padrone, mentre in Puglia non mancheranno in tavola le pettole pugliesi, golose frittelle a base di farina che possono essere mangiate anche da chi segue un regime vegetariano. In Campania, invece, non potrà mancare o'capitone (il capitone): femmina dell'anguilla, questo pesce veniva tradizionalmente mangiato poiché la sua forma ricorda quella del serpente - associato simbolicamente al demonio - e si credeva dunque che il mangiarlo durante il periodo di Natale contribuisse a esorcizzare e allontanare il male per propiziare, così, un nuovo anno felice e sereno.
Che si sia al Nord al Sud, poi, un "giro di tombola" non guasta. Questo gioco, nato a Napoli nel XVIII secolo, è diventato ormai una tradizione post-pranzo di Natale comune a molte parti d'Italia. Non c'è infatti niente di meglio che giocare con amici e parenti utilizzando come segna numeri le bucce delle ciociole. Ciociole? Cosa sono questi misteriosi alimenti? Nel sud Italia, a Napoli in particolare, dicesi ciociole la frutta secca come noci, nocciole, mandorle, ma anche fichi e datteri. Ideali da gustare a fine pasto e i cui gusci possono tornare utili (se non indispensabili!) durante il gioco della tombola.
Insomma, Nord, Sud, Ovest, Est, non è essenziale, ciò che conta è essere sempre proiettati verso il futuro, godendo del tempo presente, senza però dimenticare il passato. E il Natale è proprio questo quello che ci insegna: nonostante i cambiamenti di forma, la sua essenza, la sua tradizione rimane la stessa proprio perché, nonostante gli immancabili nelle decorazion, sulle nostre tavole il vero must è sempre la condivisione.
E questo lo sapeva già Charles Dikens che, infatti, scriveva: "Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L'unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi."
Che altro aggiungere se non... Buone Feste a tutti?
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