La ragazza del treno: l'angoscia di una donna provata dalla vita

Non aspettatevi un classico film al femminile, La ragazza del treno è molto di più. Il film tratto dall'omonimo libro della scrittrice Paula Hawkins è un thriller psicologico con risvolti inaspettati. Chi ha già letto il libro potrebbe rimanerne un po' delusa, perché la versione cinematografica del regista Tate Taylor rende le scene cruenti più morbide e meno intense. Anche l'ambientazione è diversa: se nell'originale la protagonista abita a Londra, nel film invece tutto gira intorno a New York e ad un treno diretto a Manhattan.

La pellicola racconta la storia di Rachel (Emily Blunt), divorziata da un marito fedigrafo, che tutti i giorni viaggia su un treno spiando la nuova famiglia dell'adultero e una coppia apparentemente innamorata che abita vicino alla casa che un tempo era sua. La sua ossessione per l'ex marito, ormai felice e padre di una bambina, e quella per i suoi ex vicini di casa si trasforma in una tragedia quando Rachel vede dal finestrino di quel treno che passa proprio di fronte al suo ex quartiere, una scena che inferocisce la sua forte depressione accentuata dall'alcolismo in cui è caduta.

Il film racconta i drammi femminili dal punto di vista delle tre donne protagoniste: Rachel, la nuova moglie del marito e l'ignara vicina di casa. Se da una parte, infatti, l'ossessione della ragazza del treno è il punto centrale della storia, l'obiettivo si sposta quando entra a contatto con le vite delle altre due donne, piene di dramma tanto quanto la sua. Il risultato è un turbinio di emotività, sottomissione e paura che solo le donne con anime profonde e complicate possono provare. Il tutto condito da un tocco di voyerismo sottile. Un film da vedere che lascia un po' di amaro in bocca a chi conosce già la storia attraverso le pagine del libro da cui è tratto.