Geraldine-Corona: la difesa (e l’autodifesa) dell’ex collaboratrice

Ospite di Matrix, Geraldine Darù, ex assistente di Fabrizio Corona, smentisce le voci che la indicano come l'accusatrice, quelle che la vogliono l'amante e afferma: "è tutto tranne che un delinquente".

Geraldine Darù si augura che Fabrizio Corona venga curato per la sua dipendenza dal denaro. © YouTube

Geraldine Darù, ex assistente di Fabrizio Corona, va nell’arena di Matrix a spada tratta. Stivali neri e mise corazzata, Geraldine si difende dalle accuse di aver incastrato l’ex fotografo dei vip e, già che c’è, coglie l’occasione per difenderlo dalle accuse di essere un delinquente. 

"Ho deciso di venire a parlare in televisione - ha spiegato nello studio di Nicola Porro -, perché in questa settimana sono state dette molte cose che non mi sono piaciute”. Primo: “Io non sono assolutamente la donna che ha incastrato Fabrizio Corona”; secondo: “non mi è piaciuto che si sia parlato male di me senza mettere a confronto la verità, perché i pettegolezzi sono una cosa, ma la verità è un'altra”; terzo: "Tra me e Fabrizio non c'è mai stata alcuna lite”, tanto meno una relazione - “non ero innamorata di Corona non ci siamo neanche mai baciati” e quarto: “Corona è tutto tranne che un delinquente”. 

Insomma, chiamata dai magistrati a dare la sua versione dei fatti in merito alla vicenda che ha portato di nuovo Fabrizio Corona in carcere a San Vittore, Geraldine ha voluto chiarirla anche agli italiani. Cominciando dall’inizio: “Ho conosciuto Fabrizio nel 2012 quando lavoravo con un'altra persona e avevamo l'ufficio a fianco”. L’incontro, però, c’è stato perché lei è diventata “la compagna del suo ex autista”. La collaborazione è durata “da fine gennaio 2016 al 2 settembre 2016”, perciò “avevo già finito di lavorare per lui quando c'è stata la perquisizione”. 

Geraldine Darù ha negato di aver avuto una relazione con Fabrizio Corona. © Facebook@Geraldine Darù

Un lasso di tempo in cui “facevo tutto per lui: autista, amica, confidente, tutto: in quei nove mesi gli ho seguito la casa, gli portavo i miei clienti”, d’altra parte, continua la Darù, “Io ho creduto in lui perché è un grande imprenditore, una persona molto intelligente dal carisma strepitoso, che si fa amare dopo un minuto che lo si conosce. È una persona che ama lavorare come me e con lui ho unito l'amicizia al lavoro”. Finché qualcosa si è rotto: “quando ho capito che stava andando oltre le righe mi è caduta la stima”.

Chissà se l’ha capito quella notte in cui si è ritrovata in hotel con un borsone pieno di soldi: "Non ho mai aperto quel borsone - confessa a Matrix - fino a quando una mia amica, collaboratrice di Atena, mi ha chiesto se non avessi paura del contenuto e allora l'ho aperto. L'ho subito richiuso: ho visto che c'erano delle buste con scritte delle cifre; ho capito che si trattava di soldi, ma non le ho mai aperte. Purtroppo sono un'ingenua e questa mia ingenuità purtroppo non mi ha fatto pensare a cose di questo genere”.

Ingenuità che, però, non le impedisce di sapere come va il mondo: “Credo che in Italia, soprattutto in discoteca, si faccia spesso del nero; quello che fa rumore è che ad averlo fatto sia stato Fabrizio Corona". Tirando le fila del discorso la Darù si augura che il carcere lo aiuti "perché ha sbagliato con la legge” tuttavia ci tiene a ribadire che “lui va curato per il suo legame con i soldi, deve essere disintossicato perché finché non verrà curato non starà mai bene. Fabrizio di fronte ai soldi non è lui, non è in sé. Quando viene associata la parola delinquente a Fabrizio Corona è un'offesa. Fabrizio Corona è tutto tranne che un delinquente". Su questo punto la legge, che ingenua non è, discorda.

Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « Geraldine-Corona: la difesa (e l’autodifesa) dell’ex collaboratrice » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.