Bombardamenti in Libia, come in Siria i bambini vittime innocenti
Dopo i bambini morti sotto i raid aerei, vittime innocenti in Siria, ora è la volta della Libia dove sono iniziati i bombardamenti degli Usa. L'allarme dell'Unicef.
Dopo il bombardamento che ha distrutto la clinica ostetrica gestita da Save the Children e Syria Relief a Kafar Takharim, nella provincia siriana di Idlib (il 61% dei pazienti sono mamme, il 39% bambini) e dopo quello a Manbji, nella cittadina al confine con la Turchia, dove erano rimasti in trappola 35mila bambini e a centinaia ne sono morti, ora è il turno della Libia dove, per la prima volta dalla caduta di Muammar Gheddafi, sono entrati in azione i caccia-bombardieri Usa. L’obiettivo dei raid aerei americani è Sirte dove sono asserragliati i miliziani dell'Isis, che, secondo le prime informazioni, hanno già subito “pesanti perdite”. Una buona notizia che, però, ha un triste risvolto della medaglia.
Come insegna la Siria e come denuncia Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, il rischio è che i bambini siano le vittime innocenti: “Aleppo è sotto assedio perpetuo e migliaia di bambini continuano a vivere in condizioni disperate, i raid aerei sono tornati ad essere intensi". Solo negli ultimi giorni, “causa degli scontri, 300mila persone di cui circa 133mila bambini sono sotto assedio e completamente isolati a causa dell’impossibilità di fornire aiuti umanitari di qualsiasi genere”.
I numeri delle vittime innocenti di questa guerra sono impressionanti: “Sono circa 1,5 milioni le persone, tra cui almeno 660 mila bambini, che vivono in zone difficili da raggiungere tra il governatorato e la città di Aleppo” prosegue l'Unicef. Tanto che l’organizzazione a tutela dell’infanzia tuona: “la comunità internazionale deve trovare una soluzione diplomatica urgente, riscoprire il valore supremo del dialogo o sarà una catastrofe. Sembra di assistere al triste ritornello della canzone di Branduardi Alla fiera dell’est dove sempre più attori interni e esterni contribuiscono a tenere la Siria, il suo popolo e i suoi bambini inermi in condizioni disastrose". Non resta che augurarsi che in Libia vada meglio.