Approvate le Unioni Civili: guida alla legge passo dopo passo

La legge Cirinnà introduce le Unioni Civili in Italia riconoscendo anche le coppie omosessuali. Ecco diritti, doveri, questioni economiche e patrimoniali. 

L'11 maggio 2016 l'Italia ha approvato le unioni civili riconoscendo diritti e doveri anche alle coppie omosessuali.


L’11 maggio 2016 l’Italia ha aggiornato la famiglia: sebbene la Costituzione riconosca quella fondata sul matrimonio, le Unioni Civili della Legge Cirinnà attribuiscono ai partner il 99 per cento dei diritti e doveri dei coniugi. A prescindere dal sesso: l’Italia è infatti diventata il 27esimo Paese europeo a riconoscere legalmente le coppie omosessuali. Ecco, in sintesi che cosa prevede la legge che si divide in due capi - unioni omosessuali ed eterosessuali - e ha evitato di dare un nome ai contraenti, semplicemente definiti "conviventi di fatto" legati "stabilmente da legami affettivi di coppia". 

Unioni Civili: il contratto economico

Se il matrimonio è (anche) un contratto economico e patrimoniale, le unioni civili lo ricalcano in tutto e per tutto: il regime ordinario è la comunione dei beni, previsto l’assegno divorzile in caso di scioglimento dell’unione e, in caso di decesso di uno dei due, la quota legittima dell’eredità, la pensione di reversibilità e il Tfr maturato.

Diritti e doveri dei conviventi

A parte l’obbligo di fedeltà (mancante, per la gioia dei fedifraghi), i diritti e i doveri delle unioni civili sono gli stessi del matrimonio: "entrambe le parti sono tenute ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni", tanto quanto vi è "obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione". E ancora: alla stregua dei coniugi i conviventi hanno gli stessi diritti in caso di assistenza del partner in carcere e in ospedale. Nel caso di decesso del convivente, è previsto il subentro nel contratto di locazione: se a mancare è il proprietario della casa, chi rimane può rimanerci a vivere tra i 2 e i 5 anni, a seconda della durata della convivenza. Come il matrimonio, l’unione permette di essere inseriti nelle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari.  

Burocrazia delle unioni civili

L’unione si costituisce "di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni". L'atto viene registrato "nell'archivio dello stato civile". Ma non vi è l’obbligo di pubblicazione. Le parti, "per la durata dell'unione civile, possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte può anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome". Eliminato, rispetto al matrimonio, il periodo di separazione in caso di fine dell’unione: è sufficiente una dichiarazione davanti all’ufficiale dello stato civile e decorsi tre mesi si può chiedere il divorzio.

L'adozione dei figli minori

Tutt’altro che sofferta e discussa l’eliminazione dal testo della stepchild adoption, ovvero la possibilità per uno dei due partner di adottare il figlio dell’altro: la decisone spetta al giudice chiamato a valutare caso per caso e come specifica l’articolo 3 del testo, "resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti".  

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