Ninfomani: le donne malate di sesso
Raccontate al cinema da Lars von Trier e Enrico Iannaccone, le donne ipersessuali soffrono di una vera e propria patologia che va curata come un disturbo compulsivo.
Se la fame vien mangiando l’appetito sessuale di una ninfomane è insaziabile, fagocita tutto il resto. Risultato: mentre la vita si trasforma in una collezione di amplessi, il cuore si riempie di solitudine. Ecco, in sintesi, la condizione delle donne che, lungi dal provare appagamento (se non effimero e puramente narcisistico), sono in balia di pulsioni incontrollabili e irrefrenabili.
Ninfomani al cinema e nella vita reale
Lo sa bene Lucrezia Sembiante, la ninfomane protagonista de La Buona uscita, il film di Enrico Iannaccone che racconta la parabola di un "femminone di prim'ordine" che alle porte della vecchiaia, dopo che centinaia di uomini sono passati dal suo letto cerca di reprimere i suoi istinti sposando un uomo molto più giovane di lei. Lo ha spiegato bene Lars von Trier al cinema nel suo Nymphomaniac, parabola della vita di Joe (Charlotte Gainsbourg) che per saziare i suoi insaziabili appetiti ha perso tutto. E lo sa bene Emma, una delle ninfomani intervistate da Dagospia: "Ho perso la mia verginità a 15 anni e non perché lo volevo ma perché ne avevo bisogno. La ninfomania controlla ogni aspetto della mia vita. Soffro di insonnia, crisi di ansia, depressione. Ho dormito con chiunque e poi ho ripreso il controllo, ora evito le amicizie intime e di trovarmi in situazioni difficili. È un problema lavorare, perché le mie impellenze lì non possono essere soddisfatte".
Ipersessualità: una patologia
Non solo è un problema: considerata in un primo tempo una perversione (nei primi trattati di psicologia si parla di furore uterino), è stata riconosciuta come una patologia a partire dal 1992 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità l'ha inserita - insieme al suo corrispondente maschile, la satiriasi - tra i disturbi dell'ipersessualità, come quella ricerca compulsiva e inappagabile di rapporti sessuali.
Bianca Fracas, psico-sessuologa, lo spiega bene su Amando: "Le donne che soffrono di ninfomania sono alla continua ricerca di partner sessuali per placare l'insaziabile bisogno di sesso e ciò le porta ad essere disinibite, provocanti e seduttive. Il pensiero del sesso è talmente continuo e costante da danneggiare la vita lavorativa, familiare e relazionale. Psicologicamente, però, quest’ossessione non ha a che fare con il soddisfacimento fisico, ma con quello psichico e a situazioni di disagio interiore".
Affamate di sesso: qualche numero
Una condizione di cui soffrirebbero il 3% delle donne, stando ai risultati di uno dei più grandi studi scientifici sulla sessualità femminile condotto nel 2014 in Germania e pubblicato sul Journal of Sexual Medicine che ha rivelato, inoltre, come - a differenza degli uomini - le donne ipersessuali tendono (anche) alla bisessualità. "In Italia la dipendenza dal sesso cresce così come tutte le altre dipendenze - ha spiegato Anna Maria Casale, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa ad Affari Italiani - la crescita è favorita anche dall’uso di internet tanto da creare un nuovo fenomeno quello del cyber sex che vede coinvolti anche molti adolescenti. Il numero effettivo di dipendenti non può essere stimato soprattutto a causa del numero oscuro e cioè di tutti coloro che ne soffrono ma non denunciano né curano la loro condizione per paura del giudizio esterno".
Un disturbo compulsivo da riconoscere e curare
Ecco perché chi ne soffre va curato al pari di chi è vittima di altri disturbi compulsivi, nel tentativo di spezzare quel circolo vizioso che si autoalimenta: "le donne non sono mai serene e tranquille, vivono spesso momenti di malinconia, si sentono irrequiete e in alcuni casi possono sviluppare disturbi della personalità. Perciò - conclude la dottoressa Bianca Fracas -, quando ci si accorge di non ricercare più un partner perché piace, ma solo per soddisfare continui impulsi, è arrivato il momento di rivolgersi ad uno psichiatra o ad un sessuologo che con una psicoterapia mirata, e in alcuni casi dei farmaci, andrà a scardinare l'origine del problema".
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