Lavoro e carriere: l’amore non ne risente

“Sfortunato al gioco, fortunato in amore”, si diceva. Laddove per gioco vale anche lavoro e carriere più o meno azzardate. Si diceva perché ora a smentire il luogo comune che la vita a due non vada a braccetto con quella professionale è uno studio pubblicato sulla rivista Human Relations. A guidare il gruppo di ricercatori una donna in carriera, Dana Unger, esperta del Politecnico Federale di Zurigo in Svizzera. Ebbene, secondo quanto dedotto, chi lavora tanto (si spera con soddisfazione) è più abile ad ottimizzare il proprio tempo e quindi più capace a spenderlo meglio con il rispettivo partner.

Per arrivare alla conclusione, che farà rosicare non pochi amanti insoddisfatti (per lo più donne), il team ha passato al setaccio 285 coppie dove sia lui che lei sono tanto devoti al lavoro quanto ai sentimenti: “La convinzione comune e la ricerca sembrano suggerire che i partner in coppie in cui entrambi lavorano debbano decidere se preferiscono rischiare la loro carriera o il loro rapporto sentimentale”, premettono i ricercatori. Al contrario, sostengono, la vita privata e quella professionale si corroborano a vicenda in un circuito virtuoso di stimoli e soddisfazioni.

La chiave, spiegano da Zurigo, sta nella consapevolezza che le ore a disposizione del partner vanno vissute al meglio e in qualche modo devono compensare quelle spese durante il giorno, a inseguire risultati e sfondare traguardi. Ma non solo: chi passa ore e ore a capo chino pare più consapevole che la perfezione non è di questo mondo ed è quindi più disposto a tollerare le frizioni naturali di una coppia e mitigare l’inevitabile insoddisfazione che prima o poi fa capolino nella vita a due. Insomma, senza dimenticare che la giornata è fatto solo di 24 ore, vale il vecchio detto, quello del “chi non lavora non fa l’amore”.