Ragazza violentata a San Valentino: gli insulti dopo lo stupro
Tra i commenti allo sfogo su Facebook della 16enne dello stupro a San Valentino Torio quelli, vergognosi, che difendono i carnefici: "Se fate le troie, questo meritate".
Ci vuole un coraggio grande così per essere una 16enne, oggi. Perché può succedere che un tuo conoscente ti avvicini, una sera, per strada, con una scusa come un’altra. E che poi ti porti in un garage dove ti aspettano altri 4 ragazzi che a turno ti stuprano e poi ti minacciano: "Abbiamo girato un video, se parli lo mettiamo in Rete”. Ci vuole coraggio per uscire da quel garage, tornare a casa e decidere di andare in Commissariato, non solo a parlare ma a denunciare. E ci vuole coraggio per raccontare al popolo la tua versione dei fatti, per ringraziare, per indurre altre ragazze a non tacere le violenze. Ma, soprattutto, ci vuole un coraggio grande così per sopportare l’onta vergognosa che ti assale dopo. Quella dei parenti e amici dei mostri che delle donne hanno una visione orribile, se tra i commenti del post scrivono: "Avete visto bene come quella si concia e se ne va in giro?”; oppure: "Se fate le troie, questo meritate”; o ancora: “Hai inguaiato quei ragazzi”.
Nella realtà che supera la finzione, tutto ciò è andato in scena a San Valentino Torio, in provincia di Salerno. Ma a voler citare i casi simili, dove le donne stuprate sono costrette a fare i conti con l’idiozia dei mostri e magari poi preferiscono tacere, purtroppo si perde il conto. L’aspetto più sconcertante di questo ennesimo caso di violenza sulle donne, però, non è solo l’età degli aguzzini - tutti minorenni tra i 15 e i 17 anni, 4 sono studenti mentre il quinto lavora come manovale con il padre -, così come non è solo il fatto che uno (ma pare addirittura due) di loro la conoscesse perché in passato avevano avuto una relazione e neppure che in un’ora di tempo nessuno abbia sentito le urla della giovane che chiedeva aiuto, disperata. No, l’aspetto più triste è che chi avrebbe dovuto educare i mostri a comportarsi da uomini veri, difende ciò che sono diventati, attribuendo alla vittima la responsabilità di quanto accaduto.
Ecco perché ci vuole un coraggio così. Perché invece di subire oltre il danno anche la beffa, la 16enne non si è fatta piegare dalla vergogna: “Bhe.. oramai si è sparsa la voce in giro e tutti sapete cosa mi è successo.. - ha scritto su Facebook a meno di 24 ore dallo stupro - pugnalata dai chi credevo che fosse mio amico.. facendomi lasciare un segno indelebile che non dimenticherò facilmente, anzi, penso che mai dimenticherò”. Qualcosa da recriminarsi ce l’ha, anche se più che con il suo abbigliamento ha a che fare con il suo comportamento: “Si, forse la colpa è stata mia che mi sono fidata di un mostro.. ma ringrazio anche me stessa, che mi sò fatta forza ed ho raccontato tutto ai miei andando dai carabinieri a sporgere denuncia.. Grazie a tutti per esservi preoccupati.. anche se non posso dirvi che sto bene.. perchè la “scossa” l’ho avuta. Ora hanno confessato tutto ai carabinieri. Mi dispiace per i loro genitori. Grazie a tutti.”
Per fortuna, la maggior parte dei commenti al post, esprime solidarietà: "la vittima è lei, non loro”, scrive uno, “Spero ke tu possa dimenticare in fretta la squallidissima avventura ke ti è capitata e ti faccio i miei complimenti X il coraggio e la forza ke hai avuto” scrive un’altra. Un coraggio grande così, davvero.