Cinema Italian Style, a Los Angeles il grande schermo in salsa tricolore

Il cinema italiano sbarca a Los Angeles con l’11esima edizione di Cinema Italian Style e sceglie come bandiera Non essere cattivo del regista recentemente scomparso Claudio Caligari, candidato a una nomination per i prossimi Academy Awards. C’è una storia di cinema dentro la storia raccontata dalla pellicola di Caligari: “Sappiamo che il regista è scomparso dopo averlo girato e prima del montaggio - spiega Laura Delli Colli, giornalista e scrittrice di cinema, presidente del sindacato dei giornalisti cinematografici e madrina della delegazione italiana a Los Angeles -. Chi vive nell’ambiente conosce bene la mobilitazione degli artisti italiani per fare in modo che la pellicola venisse terminata”. 

Il lancio ufficiale a Hollywood si accompagna alla speranza che Non essere cattivo sia nella cinquina dei finalisti in lingua straniera per l’Oscar 2016. Sul red carpet ci saranno Valerio Mastrandrea, grande amico di Caligari, in prima fila per ultimare la lavorazione e i due protagonisti Luca Marinelli e Alessandro Borghi che ricordano il loro regista così: “Se fosse qui, Claudio ci guarderebbe, si prenderebbe 20 secondi e poi girandosi, direbbe: ve l’avevo detto”.

 

Cinema Italian Style è in programma dal 12 al 16 novembre e, per l’occasione, porterà a Los Angeles moltissimi nomi che contano del cinema nostrano. Ci saranno anche due dei tre film candidati a Cannes: Youth- La Giovinezza di Paolo Sorrentino e Mia madre, firmato da Nanni Moretti (insieme a John Turturro). Due pellicole che affrontano da punti diversi la terza età: il primo  narrando le vicende alpine di due vecchi amici alle prese con l’addio alla professione, il secondo affidando a Margherita Buy le ossessioni che hanno accompagnato la vita e la carriera di Nanni Moretti. 

E ancora: a rappresentare il cinema in salsa tricolore ci saranno anche Francesca Archibugi per Il nome del figlio, Piero Messina per L’attesa e Maria Sole Tognazzi con Io e lei, la pellicola che ha affidato a Sabrina Ferilli e Margherita Buy il compito di rappresentare la vita di una coppia omosessuale attraverso un'ordinaria quotidianità, fatta di gioie e dolori, alle prese con le gioie e le difficoltà che chiunque conduca una vita a due conosce bene. Una scelta coraggiosa, quella della Tognazzi, considerando l'acceso dibattito che le coppie omosessuali alla ricerca dei diritti stanno scatenando in Italia. "In Italia non è mai stata raccontata una relazione gay al femminile", spiega la regista che si è cimentata, per prima e unica, nell'impresa.

Dopo la preinaugurazione - una conversazione tra Sorrentino e Michael Caine sulla musica per il cinema -, è la volta delle pellicole. Oltre a quelle già citate andranno in scena Latin lover di Cristina Comencini, I nostri ragazzi di Ivano De Matteo, Italian Gangsters di Renato De Maria, Se Dio vuole di Edoardo Falcone e Noi e la Giulia di Edoardo Leo.

 

Un capitolo a parte è quello dei cortometraggi (“la scuola che forma i nostri artisti”, spiega ancora Delli Colli), da Alfredo Bini - Ospite inatteso di Simone Isola, a Senza Lucio di Mario Sesti, passando per Il segreto di Otello di Francesco Ranieri Martinotti e Milano 2015, firmato da Silvio Soldini, Giorgio Diritti, Elio, Cristiana Capotondi, Roberto Bolle e Walter Veltroni. Senza dimenticare che, in parallelo, la rassegna è anche a Seattle, ospite del festival del cinema locale.