Matrimonio, in Italia le spose bambine (note) sono 2mila ogni anno

Ogni anno, in Italia, 2mila bambine si trasformano in spose: vendute dalle famiglie volano in matrimonio nel paese d'origine e dicono addio alla vita occidentale che volevano per loro. Il 90% del fenomeno è sommerso.

Duemila matrimoni all'anno: quelli delle spose bambine nate e cresciute in Italia che inseguivano un futuro occidentale.


Duemila certificati di matrimonio all’anno è un numero riduttivo perché il 90% delle spose bambine cresciute - magari anche nate - in Italia, è sconosciuto alle statistiche. Eppure ci sono, esistono, vanno a scuola come tutte le altre bambine e come loro trascorrono i pomeriggi a immaginare quale futuro avranno, che donne diventeranno. Solo che un giorno tutto cambia, all’improvviso, per sempre. Succede quando la famiglia decide di venderle, compra un biglietto aereo e le spedisce da qualche parte nel mondo a recitare la parte della moglie di uomini più grandi di loro, uomini che potrebbero essere i loro padri e invece le prendono come spose. 

Nel mondo succede a 13,5 milioni di minorenni, ogni anno. Trentasette mila al giorno. Ma anche per questi numeri bisogna tener conto dell’omertà che ovatta lo scempio, una tradizione dura a morire. In Italia, a sollevare il velo del silenzio, per provare a fare un po’ di luce su un cono d’ombra così vergognoso, è Trama di Terre, l’unica associazione che si occupa di spose bambine. Raccontano il destino che capita a “immigrate di seconda generazione dai 10 ai 17 anni, nate e cresciute in Italia”, come precisa Alessandra Davide, responsabile del progetto Matrimoni forzati.

Adolescenti colpevoli di “essersi troppo occidentalizzate. Quando la famiglia vede ribellione al sistema culturale di provenienza, organizza un matrimonio nel Paese di origine e allontana dall'Italia”. Il marito si sceglie in base a quanto è disposto a pagare: “a volte è un parente - spiega Davide -, per tenere preservato il patrimonio familiare. Altre volte è solo un uomo ricco. In entrambi i casi, è una persona disposta a sborsare una grossa cifra di denaro alla famiglia”.

Il fatto è che salvo poche fortunate eccezioni, nessuno si accorge di nulla, nessuno può fare niente per salvarle dal loro destino perché “le bambine improvvisamente scompaiono. La famiglia finge di aver organizzato un viaggio, magari perché un parente è malato. Una volta che nel Paese vengono ritirati i documenti, viene distrutto il biglietto di ritorno” e loro vengono abbandonate alla sorte. “Se restano incinte in un'età in cui il corpo non è pronto, rischiano anche di morire”. Se si ribellano, rischiano anche di peggio. Com’è successo a Hina, la ragazza di Brescia che “aveva trovato la forza di dire 'no' al matrimonio forzato. Dopo un giro di case sociali, si è riavvicinata alla famiglia ed è stata uccisa e sepolta nell'orto di casa” ricorda Davide.

Per aiutarle ci vorrebbe “una legge precisa, di cui l'Italia non si è dotata, e una rete con gli altri enti. Visto che la bambina non può essere salvata dalla sua famiglia, che è quella che organizza le nozze, fondamentali sono le denunce di insegnanti, amiche, fidanzati”. Aprire gli occhi e vedere e indignarsi per quello che capita sotto i nostri occhi sarebbe già un buon inizio. 

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