Fashion, social network e follower: la retromarcia di Essena O'Neill
Essena O'Neill, trendsetter fashion da 600mila e passa follower, lascia i social network "che non sono la realtà". Le risponde Zack James: "I social non sono bugie, sta agli utenti decidere".
C’era una volta Essena O'Neill: look fashion, bellezza acqua e sapone e pose sexy. Il suo account Instagram macinava migliaia di like e aveva superato quota 612mila follower. Bionda, magra, sorridente e cool, in Australia, la sua terra, Essena era una vera e propria trendsetter. Il giorno del suo 19esimo compleanno qualcosa è cambiato e da allora nulla è più come prima. Il suo profilo ora va sotto il nome di Social Media Is Not Real Life e delle duemila foto che facevano impazzire i suoi fan ne sono rimaste 96, con tanto di didascalia modificata perché oltre alla forma è cambiata anche la sostanza, assicura lei.
“Senza rendermene conto - scrive la giovane -, ho passato la maggior parte della mia adolescenza da dipendente dei social network, alla ricerca dell’approvazione sociale, dello status e del mio aspetto fisico. Ma i social, soprattutto come li ho usati io, non sono la realtà”. Perché le foto mostravano una “perfezione artificiosa, fatta per attirare l'attenzione”. Foto manipolate, costruite ad arte, per nascondere insicurezze, difetti, dettagli che la rendevano insicura. Un esempio? Foto in bikini (vecchia), didascalia (nuova): “Pancia in dentro posa strategica, tette spinte verso l'alto. Voglio che le ragazze più giovani sappiano che questa non è vita vera”. Selfie: “Ricordo che avevo calcolato ossessivamente quando postarla. Ne avevo cinque simili. Ero così impaziente di ottenere consensi sui social”. Foto fasciata in abito bianco: “Non ho pagato il vestito e ho scattato moltissime foto cercando di sembrare sexy per Instagram”. Foto in bianco e nero, del passato: "A 15 anni avevo il bisogno di comportarmi e apparire più vecchia. Sentivo il bisogno di essere sexy. Perché attirare l’attenzione significava valere”.
Insomma, sintetizza: “io stessa sono stata consumata dai social. Questo è il motivo per cui me ne sono allontanata. Non vivevo più in un mondo 3D”.
Tant'è. Ora Essena ha una vita tutta nuova (e vera) da vivere: sta fondando un sito che si occuperà di “veganismo, immaginazione creativa, poesie, scrittura, interviste a persone che mi ispirano, e, naturalmente, la realtà dietro la finzione di Instagram”. Va detto che la retromarcia le ha tagliato i fondi, tanto che si è ritrovata a scrivere un appello ai suoi fan: "Ho bisogno di soldi per coprire le spese di base. Se vi sembra che quello che sto facendo abbia un valore, donate quello che sentite". Non prima, però, di averli invitati a riflettere sul fatto che le foto “non servivano a nient’altro che all’auto-promozione”. I suoi follower, a dire il vero, lo sapevano già e per questo la seguivano.
Il fatto, le ha suggerito Zack James, Ceo di Rise9 una società di Los Angeles di social media audience-growing, è che il problema non sta nei social ma nel modo in cui viene usato dagli utenti: "Essena O'Neill ha sbagliato - ha scritto in un post - i Social Media non sono fatti di bugie. Possono essere qualunque cosa l'utente desidera che siano: permettere a te stesso di sentirti sotto pressione al punto da vivere a disagio è il risultato delle proprie azioni".
E ancora: "l'incapacità di Essena di definirsi al di fuori del mezzo di comunicazione deriva dall'incapacità di provare a capire se stessa: incolpare i social media, definendoli una bugia, non fa che sottolinearlo", ha aggiunto. Pertanto, "cancellare dal social quello che non la rappresentava più è un passo nella giusta direzione. Rinnegare la responsabilità personale per la propria felicità e spostare la colpa, invece, è un passo indietro".
Copyright foto: Instagram@Essena O'Neill
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