Gioie e dolori di una coppia all'Ikea

Una puntata alle offerte dell'Ikea può trasformarsi in un inferno per una coppia: parola degli psicologi intervistati da una giornalista di "Atlantic". Il momento peggiore? Quando arriva il momento di montare i mobili.

Una giornata all'Ikea può trasformarsi in un inferno per una coppia.


Una coppia all’Ikea? Gioie e dolori. A rivelare come una puntata nel tempio svedese delle offerte possa trasformarsi in un inferno anche per i piccioncini più innamorati è Corinne Purtill, giornalista americana di Atlantic che dopo aver intervistato un bel po’ di psicologi ha tirato le fila: ebbene, basta oltrepassare le sliding doors che le funzioni superiori cerebrali si disattivano e regrediamo a comportamenti primitivi del genere “combatti o fuggi”. Per non parlare di quando, una volta a casa, arriva il momento del montaggio: tra sacchetti di viti, libretti d’istruzioni e scorciatoie varie ed eventuali gli equilibri domestici vanno in tilt. 

Ma andiamo con ordine: “la casa idealizzata, linda, elegante e spaziosa che vi accoglie nello showroom, diventa la mappa di un incubo relazionale”, dicono gli esperti. Le quattro mura artificiali delle miriadi di stanze, con annessi stereotipi di famiglie perfette, che l’Ikea propone nel suo percorso guidato, catapultano i due visitatori che passeggiano mano nella mano a quella volta che lei o lui ha cucinato qualcosa di immangiabile (tra le cucine), o alla triste constatazione che il sesso non è più quello di una volta (tra le camere da letto). Nella zona bambini, poi, scattano le discussioni educative e competizioni del tipo “so io che cosa gli piace”. Quando poi arriva il momento di scegliere che cosa infilare nei sacchi gialli o che cosa prendere dagli scaffali alti dieci metri, capita di accorgersi, all’improvviso, del cattivo gusto dell’altro (o dell’altra). Morale: si entra mano nella mano, si esce rosicando.    

I dolori veri, però, arrivano a casa: è questa la fase in cui gli psicologi hanno notato maggiori difficoltà tra le coppie. La parità va in crisi: lui fa l’esperto e si rifiuta di seguire il libretto d’istruzioni, lei non si fida (o viceversa) e lo guarda come un cecchino con la frase “te l’avevo detto” sulla punta della lingua; oppure lui spana le viti, lei dice “lascia fare a me” e perde le rondelle. Insomma, montare un mobile è un lavoro di squadra e in ogni team che funzioni c’è un capo e un assistente. Il problema è decidere chi fa che cosa.    
Ikea - ha detto bene la comica americana Amy Poehler - è la parola svedese per litigio”. Pertanto gli psicologi consigliano di resistere alla tentazione di dare la colpa all’altro quando qualcosa va storto. La causa delle tensioni, dicono gli esperti, sta tutta lì. Ci vuole calma e sangue freddo. E una certezza: nessuno ne sa di più di quello che ha scritto il libretto d’istruzioni. 

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