Ashley Madison hacked list: due suicidi, una taglia di 500mila dollari, class action e divorzi
La list search di Ashley Madison pubblicata online dagli hacker ha scatenato un putiferio: una taglia di 500mila dollari, class action e divorzi. La polizia di Toronto ha parlato anche di due suicidi.
Pensavano di poter tradire la moglie o il marito senza essere scoperti. Pensavano che Ashley Madison non avrebbe permesso agli hacker di pubblicare la lista dei nomi e li avrebbe protetti; così hanno inserito i loro dati e raccontato fantasie erotiche alla ricerca di avventurieri disposti a condividerle. Non avevano messo in conto che il 19 agosto gli stessi hacker li avrebbero sbattuti in prima pagina per punire Avid Life, la società che gestisce i portali canadesi degli incontri clandestini in mezzo mondo. Con tutte le catastrofiche conseguenze del caso: il condizionale è d’obbligo ma nella conferenza stampa del 24 agosto, a Toronto, la polizia ha parlato di due suicidi.
Mentre gli inquirenti cercano di capire se la morte dei due uomini sia effettivamente legata alla pubblicazione delle loro identità fedifraghe, la bomba lanciata dagli hacker scuote le notti di oltre 30 milioni di persone nel mondo tra cui militari e funzionari del governo americano e impiegati in Vaticano, come si deduce dagli account.gov, .mil e .va. Uomini e donne che, in caso, rischiano di perdere tutto, visto che, ad esempio, nell’esercito americano l’adulterio è un reato penale punito con la radiazione e il disonore.
Chi ha definitivamente perso la reputazione è Josh Duggar, star del reality show 19 kids and counting (19 sotto un tetto) che fa(ceva) del movimento battista "Patriarcato cattolico" la sua bandiera. Smascherato, il primogenito Josh - che già in passato aveva dovuto ammettere di avere molestato cinque ragazze, quattro di loro sue sorelle - ha ammesso di aver pagato tra il 2013 e il 2015 circa mille dollari per avere due account separati e altri 250 dollari per un “affare garantito”. Hacker permettendo, s’intende.
"Sono stato il peggiore degli ipocriti - ha scritto nella lettera pubblicata sul sito di famiglia -. Mentre seguivo i valori della fede e della famiglia, sono diventato infedele a mia moglie. Mi vergogno della doppia vita che ho vissuto e sono addolorato per il male, il dolore e la vergogna che il mio peccato ha causato a mia moglie e alla famiglia, e soprattutto a Gesù e tutti coloro che professano la fede in lui. Ho portato dolore e critiche alla mia famiglia, ai miei amici e ai fan del nostro show con le azioni che ho compiuto quando avevo 14-15 anni, e ora ho di nuovo incrinato la loro fiducia”. E proprio l’ipocrisia era il vizio che gli hacker volevano smascherare: quella dei gestori del sito che dichiarano di proteggere la privacy dei loro iscritti salvo poi chiedere un extra per farlo per davvero e quella degli utenti.
“Negli ultimi anni, - continua Duggar - mentre pubblicamente lottavo contro l'immoralità nel nostro paese, nascondevo i miei fallimenti personali. Come sto imparando, nel modo più difficile, abbiamo la libertà di scegliere le nostre azioni, ma non di scegliere le conseguenze”. Duggar chiede perdono e chiede di pregare per “la mia preziosa moglie Anna e la nostra famiglia, in questo periodo". Anche se la moglie dice di volergli restare accanto, la sua carriera è andata in pezzi: il reality show l’ha sospeso, il ”Consiglio della Famiglia" ha chiesto le sue dimissioni e il sito di famiglia gli ha negato l’accesso.
Non se la passano bene nemmeno i mariti scoperti dalle mogli (l’Italia è tra i Paesi con il più alto numero di uomini iscritti) che faranno la fortuna dei divorzisti: “È la cosa migliore mai accaduta nella mia professione dal Settimo Comandamento della Bibbia”, ha commentato il celebre divorzista newyorchese Raoul Felder. La prima causa è scoppiata in Gran Bretagna dove Ashley Madison aveva oltre un milione di clienti: una moglie tradita ha contattato lo studio legale londinese Mills & Reeve per rivalersi sul fedifrago.
In Oklahoma, invece, c’è uno studio legale che sta cercando adulteri arrabbiati per metter in piedi una class action sul modello di quello che è successo in Canada, dove la richiesta per i danni ammonta a 760 milioni. A far scattare la molla dei legali sono state le frequenti affermazioni del Ceo di Avid Life, Noel Biderman che più volte ha decantato il segreto sulla membership “a prova di bomba”.
Ora che la bomba è esplosa, Avid Life ha lanciato una taglia di 500mila dollari a chiunque gli consegni gli hacker mentre la polizia ha rivolto un appello agli hacker "buoni", affinché collaborino alle indagini, per assicurare alla giustizia gli autori dell'attacco al portale che tentava mariti e mogli fedifraghi perché “La vita è breve fatti una scappatella”, e oggi li hanno costretti a fare i conti con il (sarcastico) motto “Adesso non puoi più negare”.
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