I girasoli di Babette per la ricerca contro il cancro

Quella di Don Jaquish e Babbette è una storia d’amore oltre la morte. Babette non c’è più dal 17 novembre 2014, l’ha uccisa un cancro contro cui ha lottato per quasi nove anni. Ma quest’estate, l’immenso campo di girasoli seminati pochi giorni dopo da suo marito, un agricoltore del Wisconsin, è fiorito colorando il mondo di bellezza e speranza. Perché quei 7 chilometri quadrati di fiori, non sono solo l’emblema della loro attività ma soprattutto il simbolo di Babbette's Seeds of Hope (I semi della speranza di Babbette) che la famiglia ha fondato nel 2006 (anno in cui si ammalò la donna) per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro e per le cure dei pazienti.

Perché anche se Babbette non c’è più, “non abbiamo mai dimenticato il suo sogno di una vita senza cancro per sé e per gli altri” spiegano i familiari che devolveranno parte del ricavato della loro attività “agli ospedali, alla ricerca e al ricovero dei pazienti”. Babette era una donna, una madre, una moglie, una sorella: “chiunque l’abbia incontrata si è innamorato di lei - ha detto Don Jaquish -. Io ho solo avuto la fortuna di essere la persona di cui lei si è innamorata. Abbiamo passato momenti bellissimi". 

La loro vita insieme è trascorsa a contatto con la terra, nell’azienda a conduzione familiare lungo il fiume Chippewa che tratta semi di girasole di alta qualità e mais, a stretto contatto con una fauna selvatica popolata di uccelli e cervi. Un’esistenza semplice, sconvolta dalla malattia e improntata alla battaglia, anche dopo la morte, in un tripudio di colori e speranza. ”Non ci ho creduto finché non ho visto che meraviglioso spettacolo fosse - ha detto Jenny White, una delle figlie della donna davanti ai girasoli fioriti -. Volevamo una manifestazione d'amore ma è anche un bellissimo spettacolo da vedere, come la mia mamma".