Esami: si faranno dal medico di famiglia
Dall'elettrocardiogramma alla misurazione della glicemia: alcune regioni introducono una sperimentazione che riguarda i medici di famiglia, che potranno fare direttamente gli esami riguardanti le malattie croniche più comuni.
La si potrebbe chiamare sanità a chilometro zero. Si tratta del progetto Innov@Fimmg della Federazione dei medici di medicina generale, che partirà in via sperimentale, da settembre, in quattro regioni italiane (Marche, Puglia, Umbria e Toscana), grazie all'intervento di 100 dottori su una popolazione di 150 mila cittadini.
Se la sperimantazione andrà bene, in futuro sarà possibile andare dal medico di famiglia per eseguire degli esami che sono di routine per chi soffre di patologie croniche, come spirometria, elettrocardiogramma, misurazione della glicemia, monitoraggio della pressione. Un risparmio di tempo e di denaro, sia per il Servizio Sanitario Nazionale sia per il cittadino, dato che questi esami riguardano broncopneumopatie croniche ostruttive, malattie cardiovascolari e metaboliche e terapia del dolore, con le quali hanno ormai a che fare oltre un italiano su tre. E se l'iniziativa fosse allargata al territorio nazionale, secondo l'associazione, permetterebbe di risparmiare 3 miliardi di euro all'anno.
Patologia test, scelta per questa sperimentazione, è la broncopneumopatia cronica ostruttiva, che colpisce il 4,5% della popolazione, in aumento soprattutto tra gli over 65, con un costo annuo che si aggira intorno agli 1,8 miliardi di euro. Oltre al guadagno, il monitoraggio tramite medico di base favorirebbe prevenzione, diagnosi e trattamento precoce, riducendo al minimo l'intervento dello specialista, per i soli casi più complessi.
"Non vogliamo più aspettare che i pazienti arrivino nei nostri studi con il loro carico di sintomi, ma essere noi per primi a individuare tempestivamente le loro criticità e a gestirle correttamente, contrastando efficacemente il loro peggioramento", spiega Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg. La prima fase del progetto, che si avvale del contributo di Menarini, servirà a capire se il sistema, oltre che utile, è sostenibile e replicabile in altre regioni, oltre che in altre aree della cronicità.
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