Neonati pretermine: dati utili nella Giornata Mondiale della Prematurità
In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità la Società Italiana di Neonatologia presenta i dati della situazione italiana.
Nati pretermine: in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, la Società Italiana di Neonatologia descrive - numeri alla mano - la situazione nel Belpaese guardando al futuro e analizzando il presente.
In Italia, si scopre così, sono stati circa 32mila i bambini che, nel 2016, hanno visto la luce prima delle "canoniche" 37 settimane di gestazione e questi neonati, definiti pretermine, rappresentano ben il 6,7% dei bebè totali. I rischi nei casi di nascite pretermine sono generalmente abbastanza risaputi e, spiega la SIN, sono causati dal fatto che questi piccoli non hanno ancora maturato del tutto gli organi e gli apparati necessari ad affrontare la vita extra uterina.
Tra questi, poi, i casi più problematici riguardano lo 0,9% dei prematuri, i neonati cosiddetti “molto pretermine” (nati, cioè, prima delle 32 settimane) o “estremamente pretermine” (vale a dire sotto le 28 settimane di gravidanza) che necessitano di un’assistenza tanto maggiore quanto più bassa è la loro età gestazionale. Un dato positivo, però, c'è: la percentuale di mortalità nei prematuri di peso inferiore a 1500 grammi, infatti, è passata da oltre il 70% negli anni ’60 a meno del 15% (circa) negli anni 2000 e quella dei neonati di peso inferiore ai 1000 grammi è diminuita da oltre il 90% di quasi cinquant'anni fa a meno del 30% di oggi.
La conclusione della Società Italiana di Neonatologia, alla luce di tutto quello, è orientata a focalizzare l'attenzione sottolineando l'importanza di un'assistenza sanitaria di alto livello per i neonati pretermine e della presenza costante dei loro genitori. Un tema sul quale, nella Giornata Mondiale della Prematurità, è bene che tutti riflettano.