Amore: le regole di John Gottman per una (felice) vita di coppia

Amore: le regole per vivere felici e contenti (o almeno per provarci) elaborate da John Gottman, psicologo che da 40 anni lavora con le coppie nel suo "Love Lab" all'Università di Washington. 


John Gottman ha seguito migliaia di coppie al "Love Lab" dell'Università di Washington scoprendo i segreti e gli errori più comuni della vita a due.


Non basta fare l’amore (anzi, occhio a farne troppo), non basta spezzare la routine uscendo con gli amici, non serve cercare distrazioni altrove per riaccendere la passione. John Gottman capisce dopo cinque minuti se una coppia vivrà felice e contenta o se è diretta al capolinea. Il 90% delle volte ci azzecca. Tutto merito della sua esperienza di oltre 40 anni passati ad ascoltare le dinamiche della vita a due. Professore di psicologia all’Università di Washington e fondatore nell’ormai lontano 1986 del Seattle Marital and Family Institute - più noto come Love Lab -, Gottman e il suo collaboratore Robert Levenson hanno capito quali sono gli errori e rimedi per far funzionare l’amore. Sempre che ci siano i presupposti, s’intende. 

Il problema, infatti, è che ci sono intoppi che non possono essere sanati. “Quando uno cerca di cambiare la mente dell’altro - spiega Gottman - non c’è niente da fare: i disaccordi sono radicati in differenze fondamentali che hanno a che fare con lo stile di vita, la personalità, o i valori. In questo caso è tutto tempo sprecato, se la base scricchiola, l’unione non può che essere conflittuale”. Ma tentare non nuoce mai, tutti possono cambiare, l'importante è che abbiano voglia di mettersi in discussione.

Alla base delle sue considerazioni non c'è solo la sua competenza e gli anni passati ad ascoltare i racconti degli uomini e delle donne che gli hanno chiesto aiuto (ha fondato anche il Gottman Institute, a New York, con sua moglie Julie) ma anche ciò gli hanno rivelato gli organismi dei diretti interessati. Prima di fondare il Love Lab, infatti, con un team di ricercatori, Gottman ha piazzato su un campione di coppie degli elettrodi in grado di misurare la pressione, la frequenza cardiaca e la sudorazione e poi gli ha chiesto di raccontarsi: la loro relazione, come si sono incontrati, i loro problemi e un ricordo positivo. Ha trascritto i dati, ha spedito le coppie a casa e gli ha dato appuntamento sei anni dopo. 

Ebbene, dall’analisi dei dati il team ha diviso le coppie in due grandi gruppi: i “masters” e “disaster”. Va da sé che i masters erano ancora felicemente insieme mentre i disaster o si erano lasciati o avevano attraversato una crisi dopo l’altra. Quello che ha entusiasmato i ricercatori è che gli organismi dei due gruppi avevano già emesso i rispettivi verdetti sei anni prima: gli elettrodi piazzati su quelli che si sarebbero poi rivelati disaster hanno infatti raccontato una storia ben diversa - fatta di battiti accelerati, pressione alta e ghiandole sudoripare iperattive - rispetto a quella ostentata dalla (apparente) calma esteriore.

Volendo approfondire il discorso, Gottman ha istituito all’Università di Washington un vero e proprio Love Lab. Trent’anni dopo, da quel laboratorio - e nello studio che ha aperto a New York - è uscito un vero e proprio manuale - oltre a più di 200 pubblicazioni scientifiche, una serie di libri tra cui Intelligenza emotiva per la coppia (Bur edizioni) - grazie alle migliaia di persone che si sono affidate per sottoporre i loro atteggiamenti virtuosi o conflittuali. 

Volete un assaggio? Nella vita di coppia bisogna coltivare gentilezza e generosità, alimentare la stima e la tenerezza, strappare alla radice vittimismo e sarcasmo, limitare all'osso le critiche (ma non le lamentele, che è tutta un'altra cosa) lasciarsi influenzare a vicenda e rispettare la regola delle cinque ore magiche. Siete pronti per scoprire cosa fare (e cosa non fare) per vivere felici e contenti? Continuate a leggere. 

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Siate gentili e generosi


Molto spesso, all'origine di rapporti deteriorati, c'è la mancanza di gentilezza.


La gentilezza è la colla che tiene uniti gli amanti: i ricercatori del Love Lab hanno evidenziato come, insieme alla stabilità emotiva, sia il più importante fattore predittivo di soddisfazione e di durata in un matrimonio. La gentilezza è anche generosità che si manifesta quando si apprezzano le qualità e gli sforzi dell'altro tanto quanto si accettano le sue debolezze e i suoi limiti.

"Essere gentili non significa non esprimere mai la propria rabbia" ha sottolineato Julie Gottman "ma la gentilezza esercitata anche durante i conflitti garantisce sfoghi liberatori e risolutori". Altrimenti, il rischio che subentrino disprezzo (l'inizio della fine) e aggressività e che si creino fratture insanabili è dietro l'angolo. 

Ecco l'esempio pratico di John Gottman: "I disaster diranno: sei in ritardo, che cos'hai che non funziona? Sei come tua madre. I masters, invece: mi dispiace prendermela di nuovo per il tuo ritardo, so che non è colpa tua ma è davvero fastidioso che tu lo sia di nuovo". Elementare, Watson.

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Fate squadra


Non stancatevi mai di conoscervi, spronarvi, arricchirvi.


Alla base di una coppia che funziona c’è un’intelligenza emotiva che connette l’uno all’altro. Fare squadra significa scrivere ogni giorno un pezzo della mappa dell’altro e per farlo è necessario sintonizzare bisogni e aspirazioni, in un costante, instancabile e onesto dialogo

Anche durante i momenti di frizione: “fate del vostro meglio per evitare di utilizzare la parola “tu” e provate a sostituirla con “io”. In questo modo sarà più facile esprimere i sentimenti e molto più difficile di attaccare l'altra persona” spiega Gottman. I problemi sono parte inevitabile di un rapporto, più o meno come i disturbi fisici che si fanno cronici quando s’invecchia. "Sono come il mal di schiena, l’intestino irritabile, o il gomito del tennista. Forse non li amiamo, ma siamo in grado di conviverci, evitare situazioni che li peggiorano, e di sviluppare strategie e routine che ci aiutano a contenerli". 

Questa è solo la prima tappa – scrive Gottman – perché le coppie riuscite non si accontentano di conoscersi, ma utilizzano queste conoscenze per arricchire la relazione e per esprimere non solo la comprensione del partner ma anche la tenerezza e la stima”.

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Coltivate la stima e la tenerezza


Coltivare la stima e la tenerezza è fondamentale nella vita a due.


C'è l'istinto e la ragione nella raccomandazione a coltivare la stima e la tenerezzadue degli elementi più importanti di un amore a lungo termine". Nel ménages quotidiano creano intimità e ammirazione reciproca, durante i conflitti tengono fuori dalla porta di casa il disprezzo e la superiorità: "i partners restano comunque convinti che il compagno meriti di essere onorato e rispettato. Quando manca la stima, la relazione non ha alcuna speranza di sopravvivere”. 

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State vicini e contaminatevi


State vicini, nei piccoli gesti quotidiani, mantenete vive le buone abitudini.


State vicini, non solo nello spazio, ma sopratutto con il cuore e con la mente. La sera, per tirare fuori lo stress che avete accumulato durante il giorno ed evitare che crei inutili problemi di coppia. La mattina, per farvi forza e iniziare insieme la giornata. Non abbiate paura, la (buona) routine non uccide, anzi: “Hollywood ha deformato tremendamente le nostre idee dell’amore e di ciò che alimenta la passione - spiega Gottman -. Nella vita reale, il rapporto si nutre di piccoli gesti banali: ogni volta che fate sapere al vostro partner che tenete a lui nella quotidianità, voi alimentate la fiamma. Le scene che preferisco al Love Lab sono esattamente quelle che Hollywood eliminerebbe in sala di montaggio”. Cene a lume di candela, viaggi ai Tropici, gioielli non servono a niente se nella vita di tutti i giorni siete lontani con il cuore e con la mente perché "la vita a due è come una danza, a volte vogliamo stare vicini al nostro amore, a volte vogliamo staccarci per un po’. L'importante è non perdersi mai di vista".

Solo così, infatti, potrete influenzarvi a vicenda, contaminarvi. Un'attitudine che, secondo le ricerche di Gottman, è più difficile per gli uomini. In almeno l’80% dei casi analizzati, infatti, è la donna a sollevare i problemi di coppia più spinosi che gli uomini cercano con ogni mezzo di evitare. Eppure, permettere al punto di vista del partner di influenzare il proprio, è fondamentale per evitare incrostazioni di rancore, perché a nessuno piace avere la sensazione di non contare niente.

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Non giocate in difesa


Non giocate in difesa: è il modo più semplice per scaricare le responsabilità sull'altro.


Giocare in difesa è uno dei modi per logorare una coppia all'insegna dell'eterno conflitto. Significa "scaricare sull'altro la responsabilità dei propri errori e delle proprie mancanze" e sebbene sia attuata come autodifesa "sotto forma di indignazione o vittimismo innocente, nel tentativo di scongiurare un attacco percepito" spesso scatenano l'effetto opposto. Chi reagisce a una critica mettendosi sulla difensiva non fa che - inevitabilmente - incolpare l'altro. Stai dicendo che, in effetti, "Il problema non sono io, sei tu". Risultato: il problema non si risolve e il conflitto s'intensifica ulteriormente. L'antidoto è accettare la responsabilità, anche se solo per una parte del conflitto.

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Non scusatevi troppo presto


Scusarsi troppo presto è un errore: bisogna prima capire il dolore provocato.


Tutte le coppie litigano e, prima o poi, tutti i partners si feriscono. Il discrimine non sta nella discussione o nella cattiveria detta per far male, ma nella capacità della coppia di riparare al danno. Le coppie che non ci riescono si portano dietro "ferite che diventano purulente che crescono di giorno in giorno, fino a quando la coppia scoppia". 

Uno degli errori più frequenti dopo una litigata è "chiedere subito scusa subito per qualcosa di sbagliato che si è fatto salvo poi stupirsi se le scuse non funzionano". Al Love Lab, dove di litigi Gottman ne ha visti a caterve, hanno capito una cosa: "le scuse funzionano solo se la persona che si sta scusando ha capito il dolore che ha causato all'altra. E per capirlo bisogna confrontarsi e condividere gli stati d'animo: solo allora può farsi strada l'empatia, la presa di responsabilità e le scuse verranno accettate". 

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Occhio alle critiche


Le critiche attaccano la persona, non il singolo comportamento: fate attenzione.


Spiega Gottman: "Lamentarsi va bene, criticare è un'altra cosa: si attacca la persona, non il singolo comportamento". C'è una bella differenza tra il dire: "sei sempre al telefono, non ti va di fare una passeggiata?" O "sei sempre al telefono perché non t'importa di me". Sottigliezze, come sempre, che però in una vita, fanno la differenza. Tutti possono sbagliare e tutto può essere rivisto: se al disappunto per un atteggiamento percepito come fastidioso, si sostituisce, con troppa frequenza, la critica che, invece, ha implicazioni più profonde, significa che la fine è vicina.

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No all'ostruzionismo


Fare ostruzionismo non fa che allontanare i due partner.


Fare ostruzionismo non fa che sollevare muri che poi è sempre più difficile abbattere. Anche durante un conflitto bisogna lanciare cenni di incoraggiamento, tentativi di entrare in empatia, di rispondere o capire. Spesso l’ostruzionismo è il frutto di un periodo costellato di giochi in difesa, critiche e anche disprezzo: interrompere la comunicazione, però, non porta da nessuna parte se non all'intensificarsi delle incomprensioni e, a lungo andare, alla fine.

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Disprezzo: mai


Il disprezzo è la prima causa che porta alla fine del rapporto.


Dopo 40 anni e migliaia di coppie passate dal suo Love Lab, John Gottman ha individuato nel disprezzo per il proprio partner la prima e la più potente causa di rottura. Si manifesta con "insulti, strabuzzando gli occhi, ignorandosi, con lo scherno beffardo, il sarcasmo e l'umorismo ostile. In qualsiasi forma si manifesti il disprezzo è velenoso per un rapporto perché trasmette disgusto. È praticamente impossibile risolvere un problema quando uno dei due partner vuole annientare l'altro facendolo sentire senza valore". Il disprezzo, infatti, è un virus che acceca chi lo mette in atto - su tutti i lati positivi del partner schernito - e annienta la capacità dell'altro di rispondere.

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La regola delle 5 ore magiche


La regola delle 5 ore magiche vi permetterà di mantenere il rapporto in buona salute.


"Il pacchetto funziona così bene che l'ho battezzato le cinque ore magiche" spiega Gottman. Siete pronti per prendere nota? 

Salutatevi con affetto: bastano 2 minuti al mattino, moltiplicato per 5 giorni lavorativi fa 10 minuti alla settimana. Chiacchierate alla sera: bastano 20 minuti che, dal lunedì al venerdì, fa 1 ora e 40 minuti. Coccolatevi almeno 5 minuti al giorno, dal lunedì alla domenica per un totale di 35 minuti a settimana. Per altri 5 minuti al giorno apprezzatevi, spronatevi, fatevi dei complimenti (che fa sempre 35 minuti a settimana). Infine, trovate il modo di ritagliare due ore tutte per la coppia (alla settimana) che dedicherete a ciò che più vi piace fare insieme.   

Questo è il tempo minimo richiesto alla manutenzione della vita a due e ricordate: "qualche attimo consacrato ogni giorno alla vostra coppia farà bene alla vostra salute e gioverà alla vostra longevità molto di più di qualche ora trascorsa in palestra". 

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