Abusi sessuali e violenze sui minori: chiusa una casa famiglia in provincia di Roma

Abusi sessuali, violenze, tranquillanti, medicine scadute e cibo avariato ai minori: la squadra mobile di Roma ha chiuso la casa famiglia "Il monello mare" Santa Marinella, in provincia di Roma e disposto misure cautelari per i responsabili. 

Le indagini nella casa famiglia "Il monello mare" sono scattate dopo la testimonianza di una 14enne scappata dalla struttura.


Abusavano dei loro corpi, li picchiavano, li insultavano, li minacciavano, gli facevano ingurgitare tranquillanti senza alcuna prescrizione e medicine scadute e per cena gli davano cibo avariatoLe vittime dell'ennesima violenza sui minori sono otto ragazzi tra i 14 e i 17 anni, tre ragazze e cinque ragazzi ospitati nella struttura Il monello mare di Santa Marinella, nella provincia romana. Ragazzi che proprio per scappare dal disagio si erano rifugiati in quella casa famiglia sperando in un presente e magari anche un futuro migliore. E invece hanno trovato l’orrore. A cui la squadra mobile di Roma ha messo fine confinando il direttore F. T. uno psicologo di 55 anni, - indagato per maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate e violenza sessuale aggravata - agli arresti domiciliari e disponendo per altre quattro collaboratrici - tra cui la moglie del titolare - il divieto di dimora nella struttura.

Le indagini sono scattate dopo la segnalazione di un'assistente sociale che aveva raccolto la testimonianza di una 14enne che, dopo essere scappata dalla struttura, ha confessato l’altra faccia de Il monello mare che, come si legge nella sua pagina Facebook dal 1996 è “una piccola Comunità a dimensione familiare nella quale viene svolto un intervento specialistico su disturbi che emergono nella fase di crescita”. E ancora: “un contesto che si propone di promuovere in ciascuno la possibilità di un’esperienza soggettiva capace di rileggere il passato e progettare il proprio futuro, uno spazio dove costruire il proprio pensiero e riprendere i percorsi evolutivi interrotti”. 

Ora la struttura è chiusa e sotto sequestro, i ragazzi sono stati trasferiti in altre case famiglia. Ma quei video che hanno ripreso con il cellulare e quelle pagine di diario che hanno riempito raccontando gli orrori - che ora sono nelle mani degli inquirenti - rimarranno impressi nelle loro memorie per sempre. 

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