Margaret Atwood: Kate è monotona, non ha la metà dello stile di Lady Diana

Mentre a Parigi la mostra al Musée du Luxembourg celebra la breve ma intensa dinastia dei Tudor che ha ispirato artisti, letterati, compositori e cineasti per le sue vicende più intricate di una telenovela, a Londra la scrittrice Margaret Atwood demolisce la generazione dopo, quella dei Windsor, prendendo di mira la Duchessa di Cambridge, Kate Middleton.  

Perché se è vero che il Regno Unito la ama (anche se non come un tempo) e tutto quello che indossa esaurisce in un amen dagli scaffali di mezzo mondo, a detta della Atwood, Kate non vale la metà dell’icona di stile che fu Lady Diana. Senza andare troppo per il sottile, la canadese scrittrice, poetessa, attivista e femminista classe 1939 che ha ricevuto più premi al mondo, ha detto la sua sulla Duchessa dal Victoria and Albert Museum. Il perché di tanta acrimonia non si sa, sta di fatto che il suo giudizio ha fatto il giro del pianeta sommandosi alle critiche che già in passato hanno sommerso l’immagine pubblica di Kate.  

Vedi Hilary Mantel, vincitrice di due Booker Prize che l’aveva  definita “un manichino da vetrina”, o Sandi Toksvig che l’aveva descritta “incapace di avere una sola opinione” o, ancora, Joan Smith per cui Kate è “insipida e senza ambizioni”. Il punto di vista della Atwood - secondo cui Kate non sceglie nemmeno un vestito senza il parere del suo entourage e comunque finisce per osare sempre toppo poco ed essere monotona -, è solo l’ultimo di una lunga serie. La famosa romanziera ha ammesso di giudicare le donne dagli abiti che indossano: “È come coi personaggi di un libro, la prima volta che li incontri guardi i dettagli, sono segnale della loro personalità”. 

Critiche a cui la Duchessa reagirà con il tipico aplomb inglese di chi ormai ci ha fatto l’abitudine. Tanto più in questi giorni, alle prese com’è con il Royal Baby numero due in arrivo che, rivela il DailyMail, potrebbe essere una femminuccia. Il tabloid inglese, infatti, dà conto dell’ordine di Kate di campioni di vernice rosa firmata Annie Sloan: tutto può essere ma, data la coincidenza temporale, le probabilità si riducono. Secondo l’analisi stilata dalla Cbc, la rete televisiva pubblica canadese, l’erede non si chiamerà Diana ma Alice, Charlotte o Elizabeth nel caso di una femminuccia, James o Arthur in caso di maschietto. A questo punto anche William sarà d'accordo: meglio guardare al futuro ed evitare rimandi al passato che, a questo punto metterebbero in imbarazzo non tanto Buckingham Palace quanto piuttosto la sua Kate.