Tunisi, le vittime italiane dell'attentato sono 4

Sale il numero delle vittime italiane all'attentato del Museo del Bardo: ai nomi di Francesco Caldara e Orazio Conte si aggiungono quelli di Giuseppina Biella  e Antonella Sesino, le due donne che fino all'ultimo erano state date per disperse.

Fino all'ultimo momento il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha invitato alla prudenza sul numero delle vittime italiane.


Sono quattro gli italiani uccisi nell'attacco al museo Bardo di Tunisi, undici i feriti: uno è in condizioni gravi. Ai nomi di Francesco Caldara e Orazio Conte nel tardo pomeriggio del giorno dopo si aggiungono quelli di Giuseppina Biella, settantenne di Meda (vicino a Monza) e Antonella Sesino, di Torino, le due donne che erano state date per disperse. Si confermano così le peggiori previsioni che erano state scacciate fino all'ultimo dalla Farnesina, nella speranza che le due donne fossero riuscite a salvarsi in qualche modo, come uno dei guardiani del museo che ha trovato rifugio in un sarcofago, dove è rimasto immobile, per tutta la notte senza fiatare. 

Ancora incerto, invece, il bilancio generale della carneficina. Secondo l'ultimo bollettino diffuso dal ministro della Sanità le vittime dell'attentato sono 25 di cui 18 turisti stranieri e 5 tunisini, tra cui due degli attentatori. Sarebbero 11 gli italiani rimasti feriti. Oltre agli italiani sono rimasti coinvolti 9 tunisini, 11 polacchi, 8 francesi, 5 giapponesi, 1 russo, 1 tedesco e 2 sudafricani.

I parenti delle vittime italiane sono partiti nel pomeriggio per la Tunisia, ma chi era in Italia sottolinea la “confusione incredibile” di queste ore, le "poche notizie ricevute nella notte". Sonia Reddi, che in crociera c'era andata perché il suo compagno Francesco Caldara, le aveva regalato il biglietto per il compleanno, è stata ferita e operata a Tunisi. "Sonia è sotto choc, ma non sa ancora che il suo compagno non ce l'ha fatta...", racconta la sorella.

Ventiquattr’ore dopo l’assalto è arrivata anche la rivendicazione dell’Isis: "È solo la prima goccia di pioggia" recita l'audio di circa 3 minuti postato su account di Twitter riconducibile ai jihadisti. Per loro l’azione è "un'invasione benedetta di un covo di infedeli e di vizi nella Tunisia musulmana". A quanto pare, quindi, l'obiettivo era proprio il museo del Bardo e non il parlamento, come pensano invece le autorità tunisine. Uno di questi account ha anche messo in rete una foto che ritrarrebbe Francesco Caldara, una delle quattro vittime italiane, con una croce rossa sul petto e la scritta "questo crociato è stato schiacciato dai leoni del monoteismo", ma non ci sono conferme sulla sua autenticità.


Bisogna difendersi, ha detto il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, da un "attacco alla democrazia e alla cultura. L’Isis si presenta, così come tutto il terrorismo fondamentalista, come il nuovo vero nemico della civiltà, della democrazia, dei diritti umani".

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