L'annuncio choc di Emma Bonino: "ho un tumore"
L'ha annunciato in diretta, su Radio Radicale, ringraziando l'emittente, senza giri di parole, con la voce ferma di sempre: "recentemente mi sono sottoposta a dei controlli medici di routine che hanno evidenziato la presenza di un tumore al polmone sinistro". Se è vero che nelle difficoltà viene fuori il carattere, Emma Bonino, ancora un volta, ha dimostrato di averne. È andata dritta al sodo, riuscendo a coniugare la dignità personale con il ruolo di personaggio pubblico che ricopre da quasi quarant'anni. Ben consapevole che in casi come questo, onde evitare tentazioni voyeristiche, è meglio dare la notizia che sentirne parlare: "Vi prego - ha infatti chiesto ai giornalisti - di rispettare questa situazione senza mettervi a fare indagini".
D'altra parte è stata lei stessa a descrivere nei dettagli la sua situazione medica: "si tratta di una forma tumorale localizzata e ancora asintomatica - ha spiegato -, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già stato iniziato e che durerà almeno 6 mesi". Percorso che, annunciato a pochi giorni dall'addio di Giorgio Napolitano al Quirinale e dalla scelta del nuovo Presidente della Repubblica, la chiama fuori dalla corsa al Colle. "Se ero pronta quindici anni fa - aveva detto a dicembre quando il suo nome era finito nella rosa dei candidati -, lo sono a maggior ragione oggi". Purtroppo per l'ex ministro degli Esteri "è chiaro che le mie attività dovranno essere organizzate in base alle esigenze mediche cui è necessario dare in questo momento una priorità assoluta, cosa non facile anche per me". Ma, ha rivendicato commossa, "io non sono il mio tumore e voi neppure - ha aggiunto parlando agli ascoltatori - siete la vostra malattia".
Insomma, la battaglia di Emma continua, anche se a lato della politica che, però, non intende abbandonare perché, ha spiegato, da una "passione non ci si può dimettere". Una passione iniziata nel 1975 quando fonda il Centro informazione, sterilizzazione e aborto e inizia la sua lotta che, se in un primo tempo le costa il carcere, poi le dà grandi soddisfazioni quando aborto e divorzio diventano legali. Così come quando, nel 1994, parte per Bruxelles nelle vesti di Europarlamentare e quando, sotto il governo Prodi, viene nominata ministro del Commercio con l'estero, poi senatrice e infine ministro degli Esteri del Governo Letta.
Una storia politica che s'intreccia con la vita di tutti i giorni, con i problemi della società e che va a fondo per scoprirne le origini, i mali e i rimedi. Un'attitudine che ieri, in radio, l'ha proiettata in mezzo alla gente: "a tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove - ha affermato fra le lacrime appena trattenute - voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine. Dobbiamo pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata". Infine il suo appello, lanciato in chiusura, inevitabile: "spero che il vostro affetto e l'incoraggiamento si trasformino in iscrizioni al Partito Radicale. Forse è arrivato il momento di dirvi che le battaglie che portiamo avanti sono fondamentali per la vita di tutti e per la democrazia, in particolare in questo momento così difficile per il mondo. Spero - ha concluso prima di augurare buon anno a tutti quanti - che magari per una volta mi ascoltiate sul serio". La reazione della rete non si è fatta attendere e con l'hashtag #ForzaEmma hanno manifestato la loro solidarietà in molti, da Niki Vendola a Renata Polverini passando per tutti gli altri che, in questa sede, sarebbe troppo voyeristico elencare. Forza Emma.