L'annuncio choc di Emma Bonino: "ho un tumore"

L'ex Ministro degli Esteri Emma Bonino ha scelto la diretta di Radio Radicale per annunciare il suo tumore al polmone sinistro. "Ma io non sono il mio male - ha dichiarato - e neppure voi siete la vostra malattia".

Emma Bonino presiede una seduta del Senato nel 2012. Diventerà ministro degli Esteri l'anno successivo.


L'ha annunciato in diretta, su Radio Radicale, ringraziando l'emittente, senza giri di parole, con la voce ferma di sempre: "recentemente mi sono sottoposta a dei controlli medici di routine che hanno evidenziato la presenza di un tumore al polmone sinistro". Se è vero che nelle difficoltà viene fuori il carattere, Emma Bonino, ancora un volta, ha dimostrato di averne. È andata dritta al sodo, riuscendo a coniugare la dignità personale con il ruolo di personaggio pubblico che ricopre da quasi quarant'anni. Ben consapevole che in casi come questo, onde evitare tentazioni voyeristiche, è meglio dare la notizia che sentirne parlare: "Vi prego - ha infatti chiesto ai giornalisti - di rispettare questa situazione senza mettervi a fare indagini".

D'altra parte è stata lei stessa a descrivere nei dettagli la sua situazione medica: "si tratta di una forma tumorale localizzata e ancora asintomatica - ha spiegato -, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già stato iniziato e che durerà almeno 6 mesi". Percorso che, annunciato a pochi giorni dall'addio di Giorgio Napolitano al Quirinale e dalla scelta del nuovo Presidente della Repubblica, la chiama fuori dalla corsa al Colle. "Se ero pronta quindici anni fa - aveva detto a dicembre quando il suo nome era finito nella rosa dei candidati -, lo sono a maggior ragione oggi".  Purtroppo per l'ex ministro degli Esteri "è chiaro che le mie attività dovranno essere organizzate in base alle esigenze mediche cui è necessario dare in questo momento una priorità assoluta, cosa non facile anche per me". Ma, ha rivendicato commossa, "io non sono il mio tumore e voi neppure - ha aggiunto parlando agli ascoltatori - siete la vostra malattia".

Insomma, la battaglia di Emma continua, anche se a lato della politica che, però, non intende abbandonare perché, ha spiegato, da una "passione non ci si può dimettere". Una passione iniziata nel 1975 quando fonda il Centro informazione, sterilizzazione e aborto e inizia la sua lotta che, se in un primo tempo le costa il carcere, poi le dà grandi soddisfazioni quando aborto e divorzio diventano legali. Così come quando, nel 1994, parte per Bruxelles nelle vesti di Europarlamentare e quando, sotto il governo Prodi, viene nominata ministro del Commercio con l'estero, poi senatrice e infine ministro degli Esteri del Governo Letta.

Una storia politica che s'intreccia con la vita di tutti i giorni, con i problemi della società e che va a fondo per scoprirne le origini, i mali e i rimedi. Un'attitudine che ieri, in radio, l'ha proiettata in mezzo alla gente: "a tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove - ha affermato fra le lacrime appena trattenute - voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine. Dobbiamo pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata". Infine il suo appello, lanciato in chiusura, inevitabile: "spero che il vostro affetto e l'incoraggiamento si trasformino in iscrizioni al Partito Radicale. Forse è arrivato il momento di dirvi che le battaglie che portiamo avanti sono fondamentali per la vita di tutti e per la democrazia, in particolare in questo momento così difficile per il mondo. Spero - ha concluso prima di augurare buon anno a tutti quanti - che magari per una volta mi ascoltiate sul serio". La reazione della rete non si è fatta attendere e con l'hashtag #ForzaEmma hanno manifestato la loro solidarietà in molti, da Niki Vendola a Renata Polverini passando per tutti gli altri che, in questa sede, sarebbe troppo voyeristico elencare. Forza Emma


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