Sindrome del nervo soprascapolare

Una compressione del nervo soprascapolare, anche se indolore, può impedire di compiere i movimenti rotativi delle spalle. Essa necessita di riposo e di un trattamento adatto alla causa sita all’origine.

Definizione

La pressione (lesione) del nervo soprascapolare (sotto scapolare) è una patologia della spalla che rileva delle sindromi canalicolari, tra le cui, la più frequente è quella del tunnel carpale. Il nervo sopra-scapolare viene compresso lungo il canale che percorre.

Cause

Il nervo soprascapolare innerva due muscoli essenziali: la cuffia dei rotatori, il muscolo sopraspinato e quello sottospinato. La compressione è spesso localizzata a livello della tacca coracoide. Essa può essere causata da una frattura della scapola o dell’omero o ancora correlata ad una lussazione anteriore della spalla, uno stiramento del nervo sovrascapolare, una cisti della cavità glenoidea (fossa gleoindea, una cartilagine a livello della scapola), o a seguito di complicazioni chirurgiche o ancora di una calcificazione del legamento. Gli sportivi, ad esempio, sono i più colpiti. Essi infatti, compiono gesti ripetitivi che gli espongono al rischio di contrarre questa malattia (lancio del giavellotto, palla a volo, tennis, palla a mano, ecc.).

Sintomi

La compressione del nervo si manifesta partendo da una sensazione di fastidio a livello delle spalle. Essa risulta raramente dolorosa. Quando il nervo è completamente compresso, i muscoli sopra e infra spinosi sono come paralizzati. La debolezza e l’atrofia muscolari comportano una diminuzione della forza nella spalla e impediscono l’azione di rotazione esterna.

Diagnosi

Il medico effettua un test specifico al fine di confermare la debolezza muscolare, in associazione ad une esame clinico comparativo. A conferma della diagnosi possono essere richiesti un esame elettromiografico (EMG) e una risonanza magnetica, entrambe atte a rilevare la presenza di una cisti o di un amiotrofia localizzata.

Trattamento

Il riposo del paziente è consigliato in un primo momento, in associazione ad un trattamento a base di cortisone e/o antinfiammatorio. Un’infiltrazione può essere praticata nella tacca coracoide e/o nell'incisura spino glenoidea se la situazione non tende a migliorare nell'arco di 3 settimane. Sedute di rieducazione fisioterapia sono necessarie per il recupero completo. In presenza di una cisti una puntura e un’infiltrazione sono prescritte. Il ricorso all'ablazione è raro, come anche l’ intervento di tipo chirurgico, artroscopia, attuato in caso di compressione del legamento, per liberare il nervo.

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