Clelia, Michelle Hunziker, la setta: l’incubo raccontato in un libro

Michelle Hunziker ha raccontato in un libro gli anni in cui fu prigioniera di Clelia e della setta dei Guerriglieri della Luce: non per giudicare ma per ammonire: "il maestro di te stesso sei solo tu".

Michelle Hunziker uscì dalla setta nel 2006 dopo 5 anni di "tempesta perfetta". © Kika Press

Il giorno in cui ha sposato Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker era raggiante. Nelle foto, non nell’animo: “Mio papà era lì, ma non stava bene, era seduto in ultima fila e nessuno lo considerava. Al ricevimento era stato messo in un tavolo in un’altra stanza, lontano da me. Da una parte ero piena di rabbia, ma dall’altra lo avrei desiderato vicino”. Lo racconta in un’intervista al Corriere e lo scrive in un libro in cui ripercorre l’incubo vissuto quando è finita nella ragnatela di Clelia e dei "guerrieri della luce”, la setta che per 5 anni le ha incastrato la vita e la mente. Un incubo vissuto ad occhi aperti, da cui è uscita nel 2006, che finora aveva raccontato solo a suo marito Tomaso: se ha deciso di “vuotare il sacco” è perché questa “un’epoca infestata da life-coach: solo a sentire la parola mi viene da schiaffeggiarli, il maestro di te stesso sei solo tu”. È per mettere in guardia le persone fragili.

Oggi Michelle ha 40 anni, è una professionista, una mamma di tre figli (Aurora, Sole e Celeste), una moglie innamorata e soprattutto una donna risolta con se stessa. Il cammino, però, è stato lungo e faticoso: “Una volta uscita da lì - ha spiegato - è stato un continuo tentativo di ricostruire la mia vita. Non è stato facile accettare che fosse successo proprio a me: ho sofferto di attacchi di panico e per anni ho creduto che sarei morta di lì a poco, per soffocamento, come aveva previsto la setta”.

Una setta che l’ha adescata quando aveva 23 anni: “Ero la compagna di Eros, la mamma di Auri: ero felice”. All’apparenza, perché perdeva ciocche e ciocche di capelli. Franchino Tuzio, il manager scomparso all’inizio di ottobre, colui che l’ha lanciata e sostenuta, che “è stato come un padre” e a cui ha dedicato il libro, le presenta Clelia. Una donna che “ti catturava per la bellezza e la purezza, emanata da abiti candidi e raffinati, dalla pelle idratata da oli essenziali", "materna", "un fiore pericolosissimo”. Michelle si sottopone a qualche seduta di pranoterapia: rispuntano i capelli, “mi sentivo miracolata”. Michelle si confida e le racconta del rapporto con il padre, alcolista: “a 15 anni ho fatto l’errore di giudicarlo e ho deciso di non parlare più con lui. Ma la sua mancanza ha continuato a scavare dentro di me”.

Qualche tempo dopo il giorno del matrimonio con Eros, Clelia le dà il consiglio che firma la sua condanna: “Vai a casa di tuo padre, suona il campanello e abbraccialo: mi ha fregato così, restituendomi l’amore di mio papà. Avrebbe potuto dirmelo uno psicologo, ahimè mi sono imbattuta in lei. Grazie a quel consiglio ho potuto riavere mio padre, fargli fare il nonno. Poi è morto, e io sono rimasta di nuovo sola. Ma stavolta con me c’era lei”. Dopo, però, si è scatenata “la tempesta perfetta”.

Assecondando i dettami di Clelia, Michelle diventa maniaca della purezza: nell’igiene personale, nell’alimentazione, nella vita intima e in quella sociale. Pratica l’astinenza sessuale, decima le uscite, sgretola il matrimonio, si concentra solo sulle cene della setta in cui gli adepti “canalizzavano” le energie dei defunti e di “forze superiori che si scomodavano per indicarci la strada da seguire”. La setta la controlla, nell’animo e nella vita: “filtrava le chiamate: mia mamma veniva sempre respinta". D'altra parte aveva fiutato il pericolo: "Mi ha confidato di aver mandato un suo socio, ateo, a fare terapia da Clelia per ottenere informazioni su di me. Anche lui, dopo una sola seduta, era stato reclutato”.

Sono gli anni in cui la carriera di Michelle decolla, quelli in cui conduce Zelig, Scherzi a Parte, Festivalbar, Striscia la Notizia. Niente, però, è merito suo, la convincono. Lei non è altro che  “guerriera della luce” incaricata di diffondere “il messaggio di Dio. Ma dovevo espiare i peccati commessi”. Perciò Michelle si punisce, a Natale, per esempio: “Chiamavo festosa Aurora fingendo di avere gente a cena, per poi passare da sola il resto della sera in silenzio, davanti all’albero. Era come quando mio padre diceva vengo a prenderti per il weekend e poi non arrivava mai: speravo che almeno quella volta mia madre e Eros venissero a portarmi via. Ma come diceva Clelia, non mi voleva nessuno”.

La forza per uscire dalla setta Michelle la trova nel 2006: “Ero la gallina dalle uova d’oro, ma sono stata derubata soprattutto della dignità. Nella setta c’erano direttori di giornali, conduttrici tivù, autori, magistrati, poi allontanati: io ero sufficiente al progetto”. Ritornare ad assaporare la vita è un cammino faticoso, percorso al fianco di una “guida spirituale, frate Elia, che mi ha permesso di incontrare padre Amorth: mi ha rassicurata e poi mi ha benedetto”. Senza rancori, oggi Michelle si mette a nudo, non per giudicare ma per aiutare perché “se è capitato a me non deve per forza capitare a tutti”. L’importante, ribadisce, è “credere negli affetti veri e non nei ‘maestri’”.

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