Allenamento in gravidanza: sì o no?

L'allenamento in gravidanza è prezioso per combattere l'eccessivo aumento di peso e perché scatena le endorfine, preziose per il buonumore. In alcuni casi, però, deve essere evitato.
 

Allenamento in gravidanza: sì o no? Nella maggior parte dei casi lo sport durante la dolce attesa ha un effetto benefico ma esistono alcuni casi nei quali sarebbe meglio evitare. © dolgachov/123rf

Allenamento in gravidanza, sì o no? Se lo chiedono le (future) mamme sport addicted che, in questo delicatissimo periodo della propria vita, spesso si trovano a chiedersi se lo sport durante la dolce attesa sia consigliabile o meno. Ecco qualche risposta utile.


Sport in gravidanza: quale scegliere?

Lo sport in gravidanza è, in generale, fortemente consigliato purché gli allenamenti non raggiungano mai la fase aerobica e purché si evitino ad ogni costo quelle attività che hanno un alto tasso di cadute accidentali. Largo, quindi, a sport come nuoto, yoga o pilates mentre, oltre agli sport di combattimento, anche la corsa (e, di conseguenza, tutte le attività che la prevedono come ad esempio il tennis) andrebbe evitata per risparmiare al feto gli "scossoni" legati all'appoggio e allo slancio improvviso che si verifica durante sospensione (e che potrebbero aumentare la contrattilità uterina). Ma, quindi, lo sport in gravidanza fa bene o no? La risposta, anche questa generale, è un sonoro sì. Mantenersi in forma durante la dolce attesa, infatti, aiuta a controllare l'aumento di peso, scatena le endorfine - incidendo positivamente sull'umore della gestante - e aiuta a prevenire (o almeno a ridurre) l’incidenza della lombalgia che, nei mesi della gestazione, può presentarsi con maggior frequenza. Anche il diabete gestazionale, stando ai più recenti studi di settore, tenderebbe a migliorare in caso di attività fisica continuativa durante la gestazione.


Attività fisica in gravidanza: quando evitare?

Al netto di queste considerazioni generali, però, esistono alcuni casi specifici nei quali l'attività fisica in gravidanza è da evitare nel modo più assoluto. Il primo, è il più comune, si verifica a fronte di una minaccia d'aborto che, infatti, prevede il riposo spesso assoluto. Un secondo caso nel quale è preferibile dire no allo sport almeno per nove mesi è la placenta previa ma anche l'ipercontrattilità uterina (che, come si diceva, potrebbe aumentare a fronte dell'attività fisica continuativa)  e il ritardo nella crescita fetale che potrebbe peggiorare a fronte di un'attività fisica continuativa durante la gravidanza.

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