Casalinghe: così (molti) americani vedono ancora le donne
Secondo un recente studio dell'Indiana University, per la maggior parte degli uomini americani le faccende di casa e la cura dei figli sono compiti da donne. Ecco la difficile realtà delle casalinghe (anche se lavorano).
Tanto sfidano gli stereotipi nei rapporti di coppia, quanto sono attaccati ai cliché quando si tratta di ruoli in famiglia: per molti uomini americani le signore sono casalinghe e anche se fuori dalle quattro mura sono professioniste, magari pure donne in carriera, è compito loro fare (anche e non solo) la lavatrice. Insomma, mentre donne e uomini abbattono gli stereotipi, gli stereotipi ancora non lo sanno.
Donne, ai fornelli!
A rivelare la (triste) realtà è un nuovo studio condotto presso l'Indiana University dal titolo Fare soldi, fare sesso, o essere essenzialista? Caratteristiche dei partner e degli atteggiamenti degli americani verso lavori di casa, che ha passato al setaccio gli scenari quotidiani delle famiglie indagando reddito, lavoro, hobby, vita sociale e ruoli in casa. Ebbene, tra le coppie eterosessuali, “quasi tre quarti degli intervistati ritiene che cucinare, pulire la casa, fare il bucato e la spesa sia compito delle donne, mentre per il 90% la manutenzione dell'auto e le faccende esterne sono compito degli uomini”, tira le fila Natasha Quadlin, capofila del sondaggio. Naturalmente, anche occuparsi dei bambini spetta alle donne.
Il secondo turno (delle donne)
Insomma, il lavoro domestico e familiare è considerato a pieno titolo Il secondo turno delle donne, popolare espressione che si è trasformata anche nel titolo del libro scritto da Arlie Russell Hochschild e Anne Machung. Un secondo turno che non prevede pause e scatena (non poco) stress, come ha dimostrato uno studio recente da cui è emerso che le donne che lavorano più di 60 ore alla settimana sono a più alto rischio per le malattie croniche. Per raggiungere la soglia basta avere un impiego full time e dedicare 3 ore al giorno ai figli e alla casa oppure lavorare part time e occuparsi del resto per 5 ore e mezza. Il che, succede più o meno al 99% delle donne che lavorano e hanno figli (che, come ha dimostrato una ricerca della Harvard Business School, crescono più svegli, studiano e guadagnano di più) ovunque nel mondo.
Casalinga, il mestiere non riconosciuto
Uno scenario che oltre ad essere antiquato e pericoloso per la salute (femminile) è pure economicamente svantaggioso, come dimostrano gli ultimi dati del "Gender Gap Report 2016" secondo cui il gentil sesso lavora di più degli uomini ma guadagna (parecchio) di meno. Entrate mancanti che, però, farebbero comodo a tutto il nucleo familiare, al di là dei luoghi comuni.
I dati Istat rivelano che la situazione italiana è (se possibile) ancora peggiore: se lavora solo il 57% delle donne (nel 2014 era il 60%), le casalinghe a pieno titolo sono una delle categorie più insoddisfatte - sono seconde solo ai disoccupati - e a rischio incidenti domestici con quasi 20 infortuni ogni mille. Tanto per intenderci: ogni tre mesi finiscono all’ospedale 149 casalinghe, al punto che l'Inail prevede anche un'assistenza ad hoc. Eppure, per quanto se ne parli ormai da anni, i lavori domestici non sono riconosciuti come un vero e proprio mestiere, nonostante iniziative spot e proclami social. L'ultimo quello del premier Renzi che alla fine di giugno 2016 denunciava su Facebook il fatto che le casalinghe fanno un lavoro maggiore degli altri, ma che non vengono valorizzate a sufficienza.
Forse, ancora prima dei fatti, sarebbe il caso (e il tempo) di abbattere le opinioni. Quanto meno gli stereotipi. D'altra parte, con i tempi che corrono, i casalinghi crescono di anno e in anno.