La moglie di Robin Williams: l'ultimo ricordo
Susan Schneider, la moglie di Robin Williams, parla dell'attore due anni dopo il suicidio: "Ho visto l'uomo più coraggioso del mondo alle prese con il ruolo più difficile della sua vita".
La moglie di Robin Williams apre il suo cuore sulle pagine di Neurology e, a due anni di distanza dal suicidio dell'attore, ricorda di quando vide: "l'uomo più coraggioso del mondo alle prese con il ruolo più difficile della sua vita". Due anni dopo la morte, Susan Schneider è pronta a ripercorrere gli ultimi momenti della vita dell'amatissimo marito e lo fa partendo dai primi disturbi che lo colpirono.
Tutto iniziò, ricorda lei, gradualmente. "Aveva un tremore alla mano sinistra, problemi di stomaco, insonnia e attacchi di panico. L'olfatto diminuiva. Non riusciva più a controllare l'ansia". Un malessere generale che, durante le riprese di Notte al museo 3, peggiorò portando il divo alla perdita della memoria. "Solo qualche mese prima - ricorda ancora la moglie - aveva recitato in teatro, facendo anche due spettacoli al giorno, senza avere alcun problema. Di punto in bianco non riusciva più a ricordare nemmeno una battuta". E proprio le continue amnesie permisero di avere la diagnosi definitiva: Robin Williams era affetto da"demenza da corpi di Lewy", una malattia neurodegenerativa legata a Parkinson e Alzheimer.
Segue un periodo difficile, fatto di sofferenze, dimenticanze, paure. Un periodo che, però, negli ultimi tempi sembrava si fosse stabilizzato. "In quell'agosto sembrava tranquillo - conclude infatti Susan Schneider -. Quella domenica siamo andati a letto augurandoci la buonanotte, come sempre. Mi disse 'Buonanotte, amore mio'". Un ultimo saluto, poi la morte.
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