Burkini, Nizza: donna islamica si spoglia in spiaggia
Il burkini è vietato, donna islamica costretta a lasciare la spiaggia di Nizza. Infuria la polemica: messinscena propagandistica o paura del diverso?
Sole, mare, spiaggia libera di Nizza a due passi dalla Promenade dove ancora, tra peluche abbandonati per sempre e fiori portati dai parenti, brillano i lumini per le vittime innocenti dell’attentato del 14 luglio. Quattro poliziotti scendono sui ciottoli, camminano spediti, accerchiano una donna islamica sulla spiaggia. Cosa succede? Succede che la signora indossa il burkini cioè sfoggia quel costume coprente che, dopo aver diviso Cannes, è stato bandito in 15 città del Sud della Francia.
Questo, però, nella laica Francia dove l’allerta terrorismo resta massima, non è accettato come - d’altra parte - ricorda il cartello affisso proprio all’ingresso della spiaggia di sassi dove si sono riparate le famiglie per sfuggire alla follia omicida di Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Bordo mare - recita infatti il cartello - sono vietati i vestiti “non rispettosi del buon costume e della laicità”. Dunque il burkini.
In un attimo i poliziotti sono accanto alla signora che si sta asciugando al sole dopo aver fatto il bagno con addosso la tunica turchese, i leggings neri e l’immancabile velo sui capelli. Da questo momento in poi non è tanto chiaro che cosa sia successo: secondo il municipio della capitale della Costa Azzurra “la signora si è voluta togliere da sola la tunica per mostrare che aveva un costume da bagno. Il poliziotto le ha detto che doveva mettersi in tenuta da spiaggia, o andarsene. La donna ha preferito andarsene”. Tutto questo, però, dopo essere stata multata di 38 euro e aver sollevato parecchie polemiche destinate a non concludersi tanto facilmente visto che un fotografo ha ritratto l’intera scena da un centinaio di metri di distanza usando il teleobiettivo.
Di che cosa si è trattato? Di una messinscena destinata ad alimentare la propaganda jihadista? L’agenzia che ha diffuso le foto sostiene di no, che è tutto vero. Allora cosa? Forse, più semplicemente, della vittoria di una paura diffusa e generalizzata verso tutto ciò che può richiamare alla memoria una cultura diversa ma comunque presente? Non si sa, quel che è certo è che già dopo i fatti di Cannes i bagnanti (e i francesi) si sono divisi tra chi prendeva le difese della signora costretta a togliere il velo e chi, al contrario, inneggiava al rispetto di una Francia a maggioranza cattolica. Un cattolicesimo che, però, mostra il suo lato più retrogrado e ottuso apparendo ormai troppo spaventato per poter convivere con chi è diverso da lui. E, soprattutto, per accettare gli altri com'è alla base del suo insegnamento.
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