I bambini di Nizza: dispersi, ritrovati, feriti, morti

Nell'attentato a Nizza durante la festa del 14 luglio sono morti  "diversi bambini" ha confermato il presidente Hollande, i feriti sono 54 e mentre una mamma trova il suo piccolo altri sono ancora dispersi. 

Smentita la notizia che i bambini dispersi dopo l'attentato tra la folla di Nizza siano stati messi in salvo alla caserma di Auvare. © Sipa

Nizza, 14 luglio, Promenade des Anglais, fuochi d’artificio, famiglie, turisti, gioia. Sulla folla piomba un uomo, è Mohamed Lahouaiej Bouhlel, ha 31 anni, è tunisino, ha tre figli che lo aspettano a casa, un lavoro come camionista. Alle 22.20 è alla guida di un camion bianco, va a 80 km. all’ora, si scaglia sulla folla. Va a zig zag, spara dal finestrino. Esplode il terrore. Bambini, ragazzi, mamme, padri, nonni: senza distinzione vengono investiti e cadono a terra come birilli. Finché qualcuno salta sul camion per tentare di fermarlo e una poliziotta neutralizza il terrorista. “Non dimenticherò mai il viso di questa poliziotta che ha intercettato il killer” ha raccontato Eric Ciotti, il presidente del Dipartimento delle Alpi Marittime. 

Tra chi scappa dalla morte c’è chi è già morto. Ci sono i 10 bambini morti e i "diversi bambini", come ha confermato il presidente Hollande, che ancora sono in pericolo di vita. Passano i minuti e tra le foto appare quel piccolo corpo ricoperto da un telo, con la sua bambola rosa affianco: è sdraiata sull’asfalto, è immobile. C’è, ma non c’è più. 

La notte è ancora buia. Su Twitter appare l’hashtag PorteouverteNice, i portoni si spalancano, i cortili, i ristoranti e gli hotel si riempiono di anime in fuga che si stipano l’una sull’altra. Si è detto che i bambini dispersi fossero stati radunati nella caserma Auvare, la sede principale della polizia in città: la notizia è stata smentita, i bambini soli rimangano soli e soli li aspetteranno negli ospedali, senza sapere se i loro genitori sono vivi o morti. I taxi spengono il tassametro e si mettono a fare il lavoro delle ambulanze che sfrecciano come lucciole impazzite. Passano i minuti e la gente inizia a contarsi. Chi c’è, chi manca. Manca un passeggino con dentro il suo bambino di 8 mesi. 

Su Twitter appaiono altri hashtag: RechercheNice, RecherchesNice. Su Facebook si lanciano gli appelli. Passano le ore. Qualcuno si ritrova, come la mamma del neonato che posta: “Trovato!!!! Grazie infinite alla signora Joy Ruez!!! Grazie a Facebook e a tutti quelli che ci hanno aiutato”. Spunta l’alba, sui social ci sono altri genitori che cercano altri figli, altri figli che cercano altri genitori, amici che cercano amici. C’è il sole nel cielo e l’angoscia ovunque. Ci sono 84 morti da seppellire, 202 feriti da curare, più della metà sono bambini, 10 non ci sono più. C’è un mondo da ricostruire.

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