Chiara Gemmo, 26 anni: la turista italiana morta nel Salar de Uyuni
Nell'incidente di sabato 30 luglio nel Salar de Uyuni è morta anche la 26enne Chiara Gemmo, una turista italiana che studiava a New York.
“Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità” scriveva Albert Einstein e postava, incredula, nella notte del 30 luglio, la famiglia di Chiara Gemmo, la 26enne che insieme ad altre 4 persone è morta durante un’escursione nel Salar de Uyuni, il deserto di sale in Bolivia. Un posto meraviglioso, fatto del bianco della terra riarsa e del blu del cielo, da vedere.
E una come Chiara, ricercatrice di Montagnana, in provincia di Padova, che viveva a New York dove stava frequentando un dottorato, non poteva negarselo. perché come scriveva sulla sua pagina Facebook all’inizio di luglio, “Every step towards your dream today is a step away from your regret tomorrow”: ogni passo verso il tuo sogno di oggi, è un passo lontano dal tuo rimpianto di domani.
Eppure non doveva andare così. Perché il furgoncino su cui Chiara viaggiava insieme a tre belgi e una peruviana, anch’essi morti nell’incidente, e altri due peruviani (sopravvissuti, come l’autista, un boliviano 24enne, ora in stato di fermo) andava troppo veloce.
A causare l’incidente, che è avvenuto presso l’Isla del Pescado, un’oasi verde a spezzare il bianco lontana 45 chilometri da Uyuni, forse lo scoppio di una gomma sul terreno sgretolato dal sale: il mezzo si è ribaltato, Chiara è morta sul colpo. “Grazie per tutto quello che sei stata un abbraccio papi” scrive Antonio Gemmo sulla sua pagina, in un addio tanto semplice, quanto straziante. "A negative mind will never give you a positive life", una mente negativa non ti darà mai una vita positiva, gli avrebbe risposto lei.