Bambini siriani-Pokémon: trovateci e venite a salvarci

Lanciata su Twitter, la campagna di sensibilizzazione ha fotografato i bambini siriani muniti di Pokémon disegnato su un foglio e appello:  “Trovateci e venite a salvarci”. 

Le immagini dei bimbi sono raccolte all’hashtag PokemonInSyria: sfruttando la popolarità della realtà aumentata sperano di fuggire da quella della guerra. © Twitter@RFS_mediaoffice

Loro non sono mostriciacciatoli e non vivono in una realtà aumentata come i Pokémon da catturare che hanno scatenato mezzo mondo facendo finire (perfino) qualcuno all’ospedale. Loro sono bambini e vivono in una realtà orribile: la guerra in Siria. Una realtà dove invece di giocare scappano dalle bombe (quando va bene) e rischiano di essere decapitati (quando va peggio). Perciò, non per gioco, hanno preso un foglio, disegnato Pikachu, Squirtle e compagnia e lanciato un appello agli adulti a caccia: “Trovateci e venite a salvarci”.

Per trovarli basta digitare su Twitter l’hashtag PokemonInSyria, lanciato dalla pagina di The Revolutionary Forces of Syria Media Office, l'organo di comunicazione delle forze rivoluzionarie siriane. Per salvarli serve molto di più. Perché loro sono molti di più delle 151 creature della Nintendo: in cinque anni la guerra nel loro Paese ha fatto 450mila morti, e solo a Manbij, a nord di Aleppo, 35mila bambini sono intrappolati nella cittadina dove è in corso una battaglia tra le milizie dell’Isis e le forze della coalizione guidata dai curdi con l’appoggio degli Usa.    

È impossibile restare indifferenti di fronte a quegli occhi segnati da occhiaie viola, pozzi bui pieni delle cose orribili che hanno visto e da cui vorrebbero fuggire. Chissà che qualcuno, che oggi è disposto a tutto pur di catturare un Pokémon (c’è chi si è anche licenziato e chi ne ha fatto un mestiere per 15 euro l’ora) non s’inventi un modo per trovarli, catturarli, salvarli. Trasformando un gioco in realtà e una realtà orribile in una vita degna di essere vissuta: quella che meritano i bambini siriani.

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