Alluce valgo: sintomi, intervento e rimedi

L’alluce valgo è una deformazione dell’alluce che colpisce generalmente le donne. Di seguito, il punto su una delle anomalie morfologiche più frequenti che colpisce tra il 2 e il 4% della popolazione.

Definizione

L’alluce valgo, conosciuto anche col nome di “cipolla”, corrisponde ad una deviazione anormale dell’alluce verso il secondo dito del piede che causa una deformazione a livello del primo metatarso e dell’alluce. Il difetto di allineamento dell’alluce causa la formazione di una cipolla che corrisponde ad una sporgenza ossea che si aggrava man mano quando si cammina. L’alluce assicura la propulsione del corpo in avanti quando si cammina ma in caso di alluce valgo, questa funzione di appoggio viene a mancare. Ciò aggrava quindi lo sforzo sulle altre dita dei piedi, provoca dolore e mettere un paio di scarpe diventerà sempre più difficile.

Alluce valgo: cause

Le donne sono principalmente colpite dall’alluce valgo (nel 95% dei casi). Tra le altre cause e fattori di rischio si cita l’eredità, l’uso di scarpe inadatte (per esempio troppo strette o appuntite), tacchi alti, piede egiziano (alluce molto più lungo rispetto al normale), piedi piatti ed età. L’alluce valgo inizia circa tra i 40 e i 50 anni e verso la menopausa nella donna.

Alluce valgo: sintomi e complicazioni

L’alluce valgo è asintomatico in un primo tempo e poi il suo dolore si evolve ad ondate. Quest’ultime si accompagnano generalmente da forti dolori sul bordo interno del piede e vengono accentuate mentre si cammina. Tra gli altri sintomi e complicazioni possono apparire un rossore e un’infiammazione sul bordo interno del piede, a livello della cipolla, una borsite, dei calli, delle complicazioni cutanee e artrosi.

Trattamento

La cura medica non permette di correggere la deformazione ma di alleviare la pressione sulla “cipolla” e sulle dita vicine all’alluce. Essa consiste nel calzare scarpe larghe e adatte alla camminata, nell’assunzione di antinfiammatori, nell’applicazione di trattamenti locali, nell’applicazione di solette ortopediche e in sedute di riabilitazione. Se la cura non risulta efficace è allora necessario un intervento chirurgico.

Operazione chirurgica

Questa deformazione può diventare infiammatoria ed essere l’oggetto di un intervento chirurgico correttivo. Il suo obiettivo è quello di correggere l’allineamento dell’alluce verso l’esterno. Inoltre l’operazione rimuove il dolore e restituisce all’alluce il suo ruolo di propulsore durante la camminata.
L’operazione all’alluce valgo viene considerata in caso di dolori persistenti, di forte deformazione e/o in seguito all’apparizione di una complicazione.

Esami preoperatori

Gli esami preoperatori comprendono una visita medica che permette di definire la stretegia operatoria e un esame radiologico.

Svolgimento

L’intervento è realizzato sotto anestesia locale e con laccio emostatico alla caviglia e dura generalmente dai 20 ai 40 minuti, talvolta un po’ di più.
La tecnica operatoria più impiegata è la doppia sezione dell’osso (osteotomia) del primo metatarso e della prima falange. Essa è associata ad una tecnica chirurgica che permette di liberare i tessuti ritratti. I frammenti ossei spostati vengono fissati grazie ad una vite, a dei ganci e perfino a dei chiodi. Altre tecniche operatorie correttive possono essere impiegate a seconda del tipo di deformazione.

Seguito post-operatorio

È possibile camminare il giorno seguente l’operazione ma è necessario l’uso di scarpe speciali, con appoggio sul tacco, per la durata di tre o quattro settimane. Gli esercizi di ristabilimento, che iniziano circa 15 giorni dopo l’operazione, occupano un posto importante nel recupero dell’ampiezza articolare. Delle sedute di kinesiterapia vengono prescritte a partire dalla terza settimana dopo l’intervento. La camminata sportiva può essere ripresa circa due mesi dopo l’operazione ma sotto sorveglianza medica.

Recupero

Il recupero occupa un posto importante per l’assistenza postoperatoria dell’alluce valgo. Esso partecipa al processo di guarigione e previene eventuali rigidità dell’alluce. Il recupero comincia generalmente una quindicina di giorni dopo l’intervento secondo un protocollo ben definito.
L’esercizio di mobilità passiva degli alluci viene realizzato durante le prime 4 settimane dopo l’intervento. La mobilità ha un effetto drenante sull’edema e permette di aumentare l’ampiezza articolare. Questo tipo di esercizio si effettua in una posizione comoda, a gambe incrociate, con il piede operato verso di sé e l’altra gamba libera (fuori dal letto). Per realizzare quest’esercizio, bisogna posizionare l’alluce in appoggio sulla pianta dei piedi e con l’indice, spingere il centro dell’alluce verso il basso, in maniera dolce e progressiva. Il movimento può essere rinnovato per ogni dito per prevenire l’anchilosi.

Gli esercizi di mobilità attiva e passiva devono essere rinnovati 3 volte al giorno, per 10 ripetizioni per ogni movimento.

La riabilitazione comprende soprattutto: una riabilitazione del sostegno propulsivo dell’alluce; massaggio delle cicatrici e drenaggio linfatici manuali per ridurre l’edema.
Nel corso della riabilitazione è fondamentale non camminare sul bordo esterno del piede per non deviare nuovamente l’alluce.

Le sedute di kinesiterapia possono far parte del trattamento medico dell’alluce valgo prima della chirurgia. In questo caso la riabilitazione non permette di correggere la deformazione ma preserva la flessibilità articolare, rinforza certi muscoli e calma l’infiammazione e il dolore.

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