Crocerossina: il Fast Reset per sconfiggere la sindrome in una coppia

Messo a punto da una psicoterapeuta, il Fast Reset è il metodo per combattere la sindrome della Crocerossina (che non è altruismo ma autodistruzione). 

La crocerossina che crede di salvare il partner dovrebbe provare a guardarsi dentro.


La sindrome della crocerossina: se la conosci la eviti. Troppo spesso confusa per empatia e altruismo, condita di compassione e tenerezza, è quell’attitudine a voler salvare il partner da chissà quale passato oscuro o presente tormentato con l’illusione di essere l’unica a conoscere il segreto per riuscirci. In realtà, dicono gli esperti, il problema è che a lungo andare si finisce con l'autodistruggersi. Perché il tempo e l’esperienza trasformano i circoli viziosi della crocerossina di turno che, invece, si percepisce come l’infermiera più adatta in materia. 

La soluzione (per entrambi i partner) è spezzare la catena perché “riscrivere il nostro passato, non solo è possibile, ma è anche la strada più rapida per sciogliere i nodi che ci impediscono di avere una vita piena e appagante” conferma Maria Grazia Parisi, psicoterapeuta. Come riuscirci? Con il Fast Reset il metodo che ha perfezionato lei stessa sfruttando il meccanismo neurologico che scatta quando si ha a che fare con un’emozione difensiva. E invece di soccombere, si risorge.

Emozioni: conoscerle per trasformarle

La crocerossina si considera un’esperta anche perché passa da un uomo da salvare a un altro. Questo succede non perché abbia una calamita o un dono, bensì perché “gli schemi emotivi del passato sono infatti sempre presenti e lavorano anche non richiesti” conferma l’esperta. Ecco perché è importante conoscersi, farsi le giuste domande invece di ricadere nelle risposte più alla portata. Solo così si evolve. 

Panta rei (velocemente)

Tutto scorre, diceva Eraclito più di 2000 anni fa. Una verità ancora più vera in fatto di cervello, le cui risposte agli stimoli si aggiornano molto velocemente: ciò che era spontaneo può diventare obsoleto in poco tempo. Spiega Maria Grazia Parisi: “a seconda di quello che viviamo e del significato che diamo a oggetti ed esperienze, il cervello è sempre disposto a modificare le sue priorità e il suo assetto e, quindi, il nostro comportamento”. Insomma, volere è potere.

Amore malato: allargare le prospettive

Anche in questo, le crocerossine sono delle esperte: quando si tratta di attivare il codice rosso i pensieri, le parole, le opere e le omissioni vanno in automatico. Anche questo è un meccanismo cerebrale per velocizzare i tempi di reazione, per far sì che “le azioni istintive di salvataggio non subiscano interferenze”. Ebbene, quando l’amore è malato, queste catene vanno interrotte e ai vecchi metodi bisogna integrare i nuovi meccanismi acquisiti (in teoria) così da consolidare la pratica e iniziare a vedere la luce fuori dal tunnel. 

Pausa di riflessione (cerebrale)

Ecco un trucco per aiutare le crocerossine più incallite: per distrarre l’istinto (e il cervello emotivo) che spinge sempre a salvare la stessa (irrisolvibile) situazione, si può provare a concentrare l’attenzione su un particolare qualsiasi del corpo. Bastano pochi secondi, magari qualche movimento e un respiro profondo: dopo tutto sarà più chiaro. A patto che si voglia cambiare per davvero.   

Repetita iuvant

Non pensate che basti una volta per strappare una crocerossina dal suo campo di battaglia: volontà, tempo e pazienza sono ingredienti fondamentali per voltare pagina. Tuttavia, “se avete seguito con precisione le istruzioni, nel giro di uno o due minuti potreste stare già decisamente meglio, non sentirvi più così tesi e stressati dall’emozione prima in corso, e avere recuperato centratura, lucidità e (di solito) anche un po’ di relax”. E a quel punto sarà più semplice vare una visione obiettiva e più equilibrata della relazione a due. E decidere quale ruolo interpretare, consapevolmente.

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