Uomo incinto: dal trans al trapiantato, la maternità al maschile

Il primo uomo incinto potrebbe partorire tra una decina d'anni grazie a un utero trapiantato. Nell'attesa il desiderio di maternità al maschile trova altre vie.

Alcuni uomini s'immedisimano così tanto nella gravidanza della compagna da provarne i sintomi.


Una decina d'anni, forse cinque, e anche gli uomini vivranno gioie e dolori della gravidanza. Per la serie l'utero non si affitta piùin Ohio stanno lavorando sulla maternità al maschile che lo trapianta. Mentre la scienza sperimenta, i dubbi e le polemiche scaldano gli animi. Come accadde ai tempi di Thomas Beatie, nato con il nome di Tracy Lagondino, battezzato dai media il primo "uomo incinto". Ha 20 anni quando inizia le terapie ormonali, è il 2002 quando cambia sesso, poco dopo essersi innamorato di Nancy, la donna conosciuta appena in tempo: lei è sterile ma loro vogliono mettere su famiglia perciò l’apparato genitale femminile di Thomas resta dov’è. Il pancione (grazie all’inseminazione artificiale) della famiglia dove a definire i ruoli si fa confusione, arriva nel 2008 e solleva un polverone grande così. Il 28 giugno nasce la prima dei tre figli della coppia che, però, si scioglie nel 2012. 

Sindrome, cultura o invidia del parto?

Thomas Beatie non è l'unico, altre trans diventano madri ma non fanno più (così tanta) notizia. Come non ne fa (più di tanto) la sindrome della Couvade descritta per la prima volta dallo psichiatra inglese W.H. Trethowan nel 1965: i futuri padri s'immedesimano così tanto nella gravidanza della loro compagna da provarne i sintomi: hanno le voglie e la nausea, ingrassano e al momento buono persino le doglie. Un comportamento che, come spiegherebbe l'origine lionese di encovar, ovvero nascondersi, si riscontra in alcune (ormai sperdute) popolazioni dove, mentre la donna partorisce, l’uomo si chiude in una capanna e ne simula le sofferenze. Sebbene nel mondo occidentale la consuetudine faccia sorridere, è assodato che durante la gravidanza anche i futuri padri hanno notevoli sbalzi ormonali e possono soffrire di depressione post partum. "Alcuni studiosi - scrive la ricercatrice Irene Lichtwark dell'università di Waikato in Nuova Zelanda - attribuiscono i sintomi all'ansia per la partner, altri a simpatia, altri ancora la ritengono una maniera di preparasi alla paternità. Ritengo sia sbagliato attribuirli semplicemente alla ricerca di attenzione". Insomma, la maternità al maschile esiste, solo che è mortificata dalla realtà.

Uomini incinti: realtà (forse) tra 10 anni

A questo punto interviene la scienza: "Tra cinque, dieci anni o forse prima, anche per gli uomini sarà possibile portare a termine una gravidanza e partorire" ha confermato Karine Chung, direttrice del programma di conservazione della fertilità presso la University of Southern California’s Keck School of Medicine che, insieme a un team di medici della Cleveland Clinic, in Ohio, sta trovando il modo di regalare all'uomo il più bel regalo che Madre Natura ha fatto a una donna (e ai cavallucci marini e i pesci ago, gli unici animali dove i ruoli sono invertiti): la maternità. Pare che la questione, da un punto di vista strettamente medico, non sia più di tanto impossibile. Resta da valutare il fattore economico e l’aspetto etico: se i tempi dell’utero è mio e me lo gestisco io sono ufficialmente tramontati quando all'inizio del 2016 (anche) alcuni movimenti femministi si sono schierati contro l’utero in affitto, chissà che cosa succederà quando il lista per un trapianto d'utero ci sarà un uomo con il desiderio di maternità.

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