Depressione post parto: come riconoscerla e combatterla

La depressione post partum è ancora tabù, ma le cure esistono. Ecco come riconoscere i sintomi e cosa fare per combatterla.
 
La depressione post partum è una vera e propria sindrome con i suoi sintomi, ma anche le sue cure. ©  tiagozr/123RF
 

I sintomi della depressione post-partum

Quasi tutte le neomamme, circa tre giorni dopo la nascita del bambino, si sentono tristi, ipersensibili, e piangono senza un particolare motivo. È il cosidetto Baby Blues, un fenomeno legato al calo improvviso degli ormoni (estrogeno e progesterone) dopo il parto. Questi sintomi durano da poche ore a qualche giorno e scompaiono da soli, senza bisogno di alcun intervento. Il sostegno della famiglia, di solito, è sufficiente.

La depressione post-partum provoca dei sintomi simili a quelli del Baby Blues, ma è più duratura e profonda. Si verifica poche settimane dopo la nascita del bambino e non scompare da sola. Le cause di questo fenomeno non sono ancora chiarissime. Anche in questo caso entrano comunque in gioco dei fattori ormonali, fisici e psicologici legati allo stress del parto.

I sintomi possono variare da persona a persona, e possono essere più o meno gravi. Molto spesso la mamma si sente stanca, al limite dell’esaurimento. È normale essere stanche dopo il parto e con l'arrivo di nuove responsabilità ma, nel caso di una depressione, si tratta di una stanchezza eccessiva. Al contrario, la donna vittima di depressione post-partum può essere febbrile e iperattiva. Sono spesso presenti dei disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), pianti ripetuti, che spesso la neomamma cerca di nascondere, un’irritabilità maggiore del solito o degli attacchi di rabbia frequenti e/o sproporzionati, un’ansia costante, che può generare delle vere e proprie crisi. La neo mamma può, inoltre, avere la sensazione di non riuscire ad amare il suo bambino. Oppure, al contrario, il fatto di amarlo può diventare una vera sofferenza: ha l'impressione di non essere in grado di prendersene cura, di sentirsi assolutamente disarmata di fronte alle sue nuove responsabilità. 
Questi sintomi non si presentano necessariamente tutti insieme. Familiari e amici devono restare all'erta e fare attenzione ai comportamenti sospetti, anche perché la neomamma tenderà a nascondere la sua sofferenza.


Cause e fattori di rischio

Anche se è più rara del Baby Blues, la depressione post-partum riguarda potenzialmente tutte le mamme. Secondo gli esperti, alcune donne sono più a rischio di altre, anche se bisogna fare attenzione alle generalizzazioni: vivere da sole, senza sostegno, può influire negativamente sul morale, mentre avere una vita sociale molto ricca e, soprattutto, amici e familiari disponibili all’ascolto, spesso aiuta a superare i problemi quotidiani. Anche un rapporto di coppia difficile può essere un fattore aggravante. Aver già sofferto di depressione in passato, non necessariamente durante una gravidanza precedente, è un altro fattore di rischio. Il fatto che la prima gravidanza sia andata bene, invece, non mette al riparo da eventuali problemi. Le nascite difficili, quando il parto è stata complicato o il bambino ha avuto dei problemi, possono essere un altro elemento scatenante. 


Come combattere la depressione post parto

Il primo passo per curare la depressione post partum è accettare il fatto che si tratta di una sindrome reale. Può sembrare strano, alla mamma e al suo entourage, che la nascita di un figlio scateni dei sentimenti di tristezza. Invece è proprio così. Riconoscerlo è il primo passo verso la guarigione.
A questo punto, il ruolo di famiglia e amici è offrire alla neomamma il proprio sostegno. Sentirsi ascoltata e avere delle dimostrazioni di affetto, condividere le sue preoccupazioni e trasmetterle a un punto di vista esterno potrebbe aiutarla a relativizzare e a sentirsi meno isolata. Bisogna saperla capire e, soprattutto, non giudicarla. Quando l'aiuto di amici e familiari non basta, bisogna incoraggiare la neomamma a consultare uno specialista, accompagnandola se necessario. Potete affidarvi al medico di base (che potrà indirizzarvi verso un collega specializzato in questi disturbi), a un consultorio familiare (in cui lavorano ostetriche, infermieri, psicologi...), a uno psicologo o neuropsichiatra infantile.

Come nel caso della depressione “classica”, l'accompagnamento psicologico può essere sufficiente per risolvere il problema, anche se può volerci un po' di tempo. Se lo ritiene opportuno, il medico può prescrivere dei farmaci antidepressivi, che di solito però sono incompatibili con l'allattamento al seno.

Una volte guarite, non bisogna avere il timore di avere un altro figlio. Il rischio di depressione è più alto, ma non sistematico. L'importante è curarlo tempestivamente se si ripresenta. 
 
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