Oscar Miglior Film, premiato Il Caso Spotlight
"Il Caso Spotlight", sul ruolo della Chiesa nello scandalo dei preti pedofili, si aggiudica l'Oscar al Miglior Film e quello per la Miglior Sceneggiatura Originale: "Papa Francesco, è arrivato il momento di proteggere i bambini".
A Hollywood ha vinto l’inchiesta: Il Caso Spotlight si aggiudica l’Oscar al Miglior Film edizione 2016 e sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles si chiama in causa Papa Francesco. La pellicola scritta a quattro mani da Josh Singer e Tom McCarthy (quest’ultimo la dirige anche) che si è anche aggiudicata la statuetta come Miglior Sceneggiatura Originale, ha convinto i membri dell’Academy Awards con l'inchiesta già premio Pulitzer dei giornalisti investigativi del Boston Globe.
Oggetto della denuncia: il ruolo della Chiesa Cattolica di fronte agli abusi sessuali commessi sui minori da oltre 70 sacerdoti locali. Un tema scottante che il produttore Michael Sugar, ha sottolineato ritirando il premio nel suo discorso di ringraziamento: "Questo premio dà voce ai sopravvissuti. Una voce che arriverà al Vaticano. Papa Francesco, è arrivato il momento di proteggere i bambini".
Interpretato da Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Brian d'Arcy James e Liev Schreiber il film racconta come agli inizi degli anni Duemila, incoraggiati da un nuovo direttore assetato di notizie, i giornalisti scoprano uno scandalo di portata mondiale ma per decenni insabbiato dai protagonisti e da chi non poteva non sapere, le famiglie influenti di Boston, la polizia e l'amministrazione locale. “Quattordici anni dopo - ha spiegato Martin Baron, giornalista che nel film ha il volto di Liev Schreiber, il direttore che avvia l’inchiesta -, la chiesa cattolica continua a dover rispondere del perché ha nascosto comportamenti così gravi su scala così ampia e dell’adeguatezza delle sue riforme”.
Perciò questo Oscar al Miglior Film è tanto importante. Perché Spotlight - che è stato anche scelto come il migliore dell'anno per i premi della critica degli Stati Uniti (BFCA) - può avere un ruolo decisivo “sul giornalismo, se editori e direttori ricominceranno a dedicarsi al giornalismo d’inchiesta - si augura Martin Baron -. Sui lettori scettici, perché i cittadini saranno spinti a riconoscere la necessità di una seria copertura locale e di forti istituzioni giornalistiche. E su tutti noi, grazie a una maggiore volontà d’ascoltare le persone umili e troppo spesso senza voce, compresi quelli che hanno subìto violenze sessuali e d’altro tipo”. Ce lo auguriamo tutti.
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