Femen Parigi: Rohani accolto da un’impiccata seminuda

Impiccata (per finta), seminuda e a penzoloni da un ponte (per davvero) perché “Vogliamo farlo sentire a casa”: così le Femen a Parigi, a pochi passi dalla Tour Eiffel, hanno accolto il presidente iraniano Hassan Rohani in visita in Francia. Tutt’altra solfa rispetto alle statue coperte “per rispetto” dall’Italia dei Musei Capitolini in un’ospitalità troppo zelante che ha creato un certo scompiglio in casa e un notevole imbarazzo oltre confine (perfino in Iran). 

Tant’è, le attiviste non vanno per il sottile e un’occasione come questa era troppo mediatica per lasciarsela sfuggire. Perciò, nonostante il freddo del gennaio parigino, la giovane Sarah Constantin si è dipinta sul petto una bandiera iraniana, si è appesa uno striscione alle spalle con su scritto: "Benvenuto Rohani, boia della libertà" e si è lanciata nel vuoto. Per chi se lo fosse chiesto, sta bene. Nel frattempo, a poche centinaia di metri, nel complesso napoleonico de Les Invalides, il presidente Rohani veniva omaggiato delle istituzioni francesi. 

Clamore a parte, l’obiettivo delle Femen a Parigi era sottolineare (urlando) in mondo visione la denuncia contenuta nell'ultimo rapporto di Amnesty International, dove l’Iran è secondo solo alla Cina in quanto a condanne a morte. Da qui la Femen impiccata a Parigi che si rivolge non tanto (per lo meno non solo) a Rohani ma soprattutto al presidente francese François Hollande di ricordarsi di mettere in agenda durante l'incontro con Rohani diritti umani e impiccagioni, tanto per cominciare dai prigionieri politici.

Nell’attesa di notizie in merito, all’Eliseo i presidenti hanno brindato con l’acqua minerale nella riunione pomeridiana. Meglio evitare nuove polemiche che un pranzo con qualche bottiglia di vino in tavola avrebbe potuto destare. O, ancora peggio, un pranzo astemio, che il mondo avrebbe messo alla berlina.