Cannabis (terapeutica): cosa c'è da sapere

Le ultime novità legislative aiutano a riportare alla luce la discussione sul ruolo terapeutico del principio attivo della marijuana.

Cannabis, pro e contro sull'uso, ma numerosi studi ne provano le proprietà terapeutiche.


La cannabis sativa è una pianta nella quale sono contenuti oltre una cinquantina di componenti attivi. Uno, il THC, è il maggiore responsabile degli effetti psico-attivi, ma gli altri possono avere degli effetti curativi specifici e provati. In Italia è arrivata la depenalizzazione per trattare alcuni casi specifici e secondo un iter preciso. Ma ecco cosa ne dice la scienza, e cosa sta accendendo in Italia.

Gli studi sui benefici

Negli ultimi anni è stata portata avanti molta ricerca sulle potenzialità terapeutiche della cannabis: si è così scoperto, ad esempio, che c'è una minore predisposizione al diabete dei consumatori regolari della sostanza. Che è il cannabidiolo funziona molto bene per contrastare il dolore ai nervi causato dai chemioterapici, soprattutto in caso di cancro al seno. Alcuni composti chimici sono utili nel trattare l'infiammazione legata alla sclerosi multipla. In generale, riduce i tremori del Parkinson ed è un buon analgesico per i dolori neuropatici, ma è anche un utile aiuto per aumentare l’appetito dei pazienti che soffrono di disturbi alimentari.

Gli studi sui rischi

Gli studi e i medici ripetono che non sia l'uso ma l'abuso della sostanza a produrre danni, o rischi per l'organismo. L'ultimo lavoro, risalente al 2014, è firmato dalla Allied Cohort on the Early course of Schizofrenia e mostra che i soggetti che hanno fatto uso di marijuana durante l'adolescenza hanno un primo episodio psicotico in media 4 anni prima di coloro che non ne hanno fatto uso. Questo si lega alle ricerche che sostengono che il consumo prolungato espone a un maggior rischio di patologie psichiatriche, in particolare un enorme lavoro firmato da Wayne Hall, dell'Università australiana del Queensland, in Australia, il quale ha spiegato che la mortalità legata all'uso non è dovuta a overdose fatale (che con la cannabis, assicura il medico, non avviene) ma all'alto rischio alla guida, specie se il consumo è associato all'alcol. Alto invece il rischio di dipendenza.

Cannabis terapeutica: la depenalizzazione

In Italia è stata depenalizzata la marijuana per uso terapeutico. Questo però, attenzione, vale solo per i soggetti autorizzati a farlo a fini terapeutici, come ha spiegato a Radio Radicale il senatore Benedetto Della Vedova, uno dei principali promotori del provvedimento: "La delega che il Parlamento ha conferito al governo per interventi di depenalizzazione riguarda il tema della coltivazione di piante cosiddette 'stupefacenti' solo rispetto alle aziende già autorizzate a coltivarle, ad esempio per fini terapeutici, che non ottemperino alle regole a cui l'autorizzazione è subordinata. Non c'entra niente la 'cannabis in terrazza', cioè la coltivazione per uso personale effettuata dagli stessi consumatori". Un primo passo, fondamentale per la legalizzazione terapeutica nelle farmacie, negli ospedali e ai pazienti italiani.

I pazienti

Da una parte i farmaci a base del principio attivo, dall'altra preparati e decotti apportati con preparazioni galeniche fatte dal farmacista. I pazienti potranno accedervi previa presentazione della ricetta non rinnovabile.
Le cure a base di cannabis sono per legge permesse e rimborsate solo per alcune patologie precise. Si tratta prima di tutto dei casi di sclerosi multipla e delle lesioni del midollo spinale. Permessa anche la prescrizione in caso di l'anoressia, malattie che causano dolore cronico e la sindrome di Tourette. Disponibile per legge anche per i pazienti sottoposti a chemioterapia, radioterapie e terapie per l'Hiv.

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