Saviano racconta il 2015: Imagine è un carosello magnetico
"Imagine", ovvero Roberto Saviano che racconta il 2015 attraverso delle immagini nel primo evento multipiattaforma Discovery Italia, ha catalizzato 8 milioni di spettatori in un valzer dall'Isis ad AstroSamantha passando per le Kardashian e il piccolo Aylan.
Roberto Saviano racconta il 2015 con un carosello di foto e parole e catalizza più di 8 milioni di italiani. Lo ha fatto nel primo evento multipiattaforma targato Discovery Italia andato in onda il 28 dicembre su Deejay Tv. Che sarebbe stato un successo c’era da aspettarselo già dal titolo, Imagine: 44 anni dopo John Lennon ne sarebbe stato orgoglioso. Perché anche se il mondo non è ancora quello che immaginava lui, senza guerre, il tentativo di Saviano va in quella direzione.
Si parte dall’immagine di un AK-47, un kalashnikov. Lo scrittore di Gomorra entra subito nel vivo e con dovizia di particolari snocciolati dalla sua voce cantilenante racconta la barbarie dell’Isis, ma anche i metodi di comunicazione dei terroristi, così simili a quelli dei narcotrafficanti messicani.
Il valzer va avanti, dalla tragedia alla fenomenologia delle Kardashian e poi ancora, dall’effimero alla drammatica immagine del corpo morto del piccolo Aylan su una spiaggia turca. Una foto che ha cambiato la nostra percezione dei profughi, buona per riflettere sull’immigrazione: Saviano lo fa da bravo giornalista, accompagnando per mano il suo pubblico, imboccandolo ora con un dato, ora con un sentimento, ora con un fatto, ora con un'opinione. Sceglie le parole una ad una, senza mai perdere l’equilibrio tra il crinale del piagnisteo e quello del buonismo. Il risultato è uno scenario ragionato, commosso, forte.
E ancora: nel carosello di Imagine ci sono le gesta stellari di Samantha Cristoforetti, quelle sul campo da tennis di Flavia Pennetta e quelle in pista di Martina Caironi, l’atleta paraolimpica (per l'occasione ospite in studio) campionessa a Londra 2012 sui 100 metri piani.
Se nell’Italia del 2015 by Saviano non poteva poi mancare il funerale di Vittorio Casamonica, non stupisce la scelta di chiudere lo show con l’orrore per i terroristi dell’Isis che decapitano l’archeologo di Palmira, Khaled Asaad e deturpano le statue, le chiese e i resti del passato sparpagliati sui loro territori. “Non distruggono in nome di Allah”, dice Saviano, “ma saccheggiano e vendono al mercato nero”, fa notare lo scrittore che, ancora una volta, documenta i fatti condendoli con numeri e dati arrivando dritto alla pancia e alla testa degli spettatori nel tentativo (riuscito) di far capire quanto poco centri la religione con le stragi del 2015.
Nel far tutto questo Saviano ha un braccio destro, un Jovanotti in versione narratore che spiega quanto sia cambiato anche il suo mondo ai tempi del rischio terrorismo, e alcuni ospiti: oltre alla già citata Martina Caironi anche l’imprenditrice calabrese Regina Catrambone - che insieme al marito ha salvato oltre 11 mila migranti in mare - e il fotografo Alessandro Penso, scelto da Time per illustrare la photo story 2015 del magazine.
Insomma, canterebbe John Lennon: “You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one I hope someday you’ll join us, and the world will be as one”. Tradotto: "Puoi dire che sono un sognatore, ma non sono il solo. Spero che ti unirai a noi anche tu, un giorno e il mondo vivrà in armonia". Magari nel 2016.
Copyright foto: Kika Press
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