AstroSamantha ha di nuovo i piedi per Terra
Samantha Cristoforetti è tornata sulla Terra: la navicella Soyuz TMA-15M ha riportato a casa AstroSamantha, Anton Shkaplerov e Terry Virts dopo 200 giorni in orbita. L'atterraggio alle 15.44 in Kazakhstan. È andato tutto come previsto. Ora è tempo di controlli medici.
Il viaggio verso casa è iniziato alle 12.20 quando la Soyuz TMA-15M si è sganciata dalla stazione spaziale internazionale. Erano 400 chilometri sopra la Mongolia. Il viaggio è durato poco più di tre ore, a 28.800 chilometri orari. Alle 15.44 Samantha Cristoforetti, Anton Shkaplerov e Terry Virts sono atterrati in Kazakhstan.
Samantha è uscita per seconda, sorridente, un po' goffa, illuminata dalla luce del sole. Nemmeno il tempo di un tweet, giusto due saluti, qualche foto, poi è stata trasportata nell’ospedale da campo a sud est di Dzhezkazgan per i primi controlli poi volerà a Mosca "per fare tutte le analisi e i test: dopo 7 mesi il suo apparato locomotorio dovrà riprendersi e per questo farà una riabilitazione fisica lunga, anche di diversi mesi” spiega all’Adnkronos Salute Filippo Ongaro, direttore scientifico dell'Istituto di medicina rigenerativa Ismerian, medico degli astronauti nella Missione Marco Polo con Roberto Vittori. “I muscoli - prosegue l’esperto - tra le stelle si indeboliscono subito perché sono raramente utilizzati. Un viaggio spaziale arriva quasi a dimezzare la potenza fisica".
Dovrà essere paziente, Samantha. Prima di tornare a essere quella che era ci vorranno mesi: “c’è bisogno di un adattamento all'ambiente terreste, come c'è del resto quello allo spazio che viene fatto prima di partite - osserva Ongaro -. Ad esempio, gli astronauti avranno difficoltà di equilibrio, meno forza nella presa di oggetti. Poi il sistema immunitario può essersi indebolito nella stazione spaziale, quindi nel primo mese e mezzo è meglio limitare i contatti con altre persone”.
Ma Samantha, la prima astronauta italiana nello spazio (ma anche quella che ha collezionato una caterva di record), verrà scandagliata anche per raccontare come il suo organismo ha reagito a questi 200 giorni vissuti a 400 chilometri sopra la Terra: “L’eccezionalità di Samantha - spiega Ongaro - è il suo essere donna: potremmo capire molti effetti dello spazio sull'organismo femminile, sulla densità ossea e sull'equilibrio ormonale. Aspetti sui quali oggi non ci sono dati e lei sarà una sorta di cavia'".
Anche perché, dentro casco e tuta, il corpo invecchia di decenni. "Il ritmo del logoramento psico-fisico di chi sta in orbita, dove 6 mesi equivalgono a un invecchiamento di 10 anni sulla Terra - precisa il medico degli astronauti - potrebbe servire come modello per lo studio dell'invecchiamento e per la messa a punto di metodiche preventive e antiaging".
Ongaro la conosce bene AstroSamantha, la milanese di nascita che ha trascorso la sua vita nella trentina Male, dove hanno allestito un megaschermo per vederla toccare Terra: “è mia paziente da anni e ho collaborato con lei per elaborare il suo regime alimentare durante questa la missione con un progetto nutrizionale insieme allo chef Stefano Polato: monoporzioni da mangiare come piatti unici o combinate tra loro, realizzate con metodi e ingredienti biologici: riso, quinoa, pollo, sgombro e bacche di goji".
Dopo tanto silenzio isolato, invece, tornare tra la gente, non sarà così complicato, non per Samantha: "Lei è sempre stata molto determinata e non credo abbia sofferto molto - spiega ancora Ongaro -. Poi oggi, rispetto a 10-15 anni, fa gli astronauti sono più collegati con la Terra grazie ai social network e alle mail. Così l'isolamento si attenua notevolmente".
Questo lo sappiamo, perché nello spazio, ci ha portato un po’ tutti, per mano, facendoci vedere quello che vedeva, assaggiare quello che mangiava, immaginare quello che pensava. Vivere quell'emozione rimarrà il suo meraviglioso e unico segreto. Bentornata Samantha.
Copyright foto: Twitter@AstroSamantha
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