Lucio Vallejo Balda: io e Francesca Chaouqui amanti. Lei mi ricattava
Lucio Vallejo Balda, il monsignore in carcere per lo scandalo Vatileaks, racconta la sua verità in un memoriale: "Ho passato i documenti ai giornalisti ma ero ricattato".
Lucio Vallejo Balda condisce di dettagli piccanti lo scandalo Vatileaks. Lo fa tirando in ballo Francesca Immacolata Chaouqui in una memoria difensiva che ha più i tratti di una confessione e dipinge i due presunti “corvi” - accusati di avere passato i file riservati poi pubblicati nel libro di Gianluigi Nuzzi e in quello di Emiliano Fittipaldi - in due presunti “amanti”. Scrive il prelato (che al momento si trova ancora in carcere) nel documento consegnato l'8 novembre al suo avvocato (poi sostituito): "Io racconto della Francesca, ma per me es muy doloroso... Io mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio".
Mio Dio, e già: avere rapporti sessuali con l’unica donna (e l’unica laica) nominata all'interno della Cosea - la commissione voluta da papa Francesco per la trasparenza dei conti vaticani - non è solo un peccato carnale ma, a leggere il panico che assale il segretario della stessa commissione vicino all’Opus Dei, una sorta di patto con il diavolo. Anticipata da Repubblica nel giorno in cui Balda e Chaoqui verranno interrogati dal tribunale, la confessione aggiunge un altro tassello - un ricatto - al puzzle Vatileaks. Doveroso premettere che per la diretta interessata sono "tutte calunnie”. Ma non solo: "Sono pronta a querelare l’avvocato di Balda per la fuga di notizie folli che sta organizzando - ha fatto sapere a Repubblica, dove si svolge la versione mediatica del processo - . Balda, per come è fatto, non ha alcun piacere a venire a letto con me e io, conoscendo miliardari ed emiri, se volessi tradire mio marito non mi metterei con un vecchio prete a cui non piacciono le donne".
La relazione tra Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui
Tuttavia, stando ai ricordi di Balda, la storia è un'altra e ha inizio il 28 dicembre 2014, a Firenze, quando il monsignore e la pierre cedono al peccato nonostante i buoni propositi (a posteriori) di lui: "Io non potevo cedere... - scrive nel memoriale -. Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate e del matrimonio". Lui si pente, schiva la donna, lei insiste, lui si spaventa: ”Lei mi disse che apparteneva ai servizi segreti italiani e che la sua unione con Corrado Lanino era un matrimonio di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un’altra donna, la sua vera moglie". Balda s’insospettisce e prova a fare chiarezza: "Sono andato a parlare con il capo dei servizi segreti, lui neanche la conosceva, rimasi sorpreso, iniziai così a chiedere informazioni e tutte le volte scoprivo sempre truffe diverse". La relazione tra i due s’incrina: "Io mi ero confrontato con una psicologa, che mi disse di tenerla calma, di non dirle subito di no, e allora le dicevo: 'Va bene Francesca, vediamo...'. Ma lei era violenta, muy cattiva, mi scriveva 'verme, sei un verme' ”. La 34enne cosentina alza la posta: "Lavoro per Bisignani", gli avrebbe detto, sono in Vaticano "grazie a Matteo Renzi". A intimidire ancora di più Balda il fatto che la pierre viene invitata al matrimonio di Marco Carrai, braccio destro del premier.
Nel marzo 2015 i due presunti corvi-amanti vanno al famoso incontro con i giornalisti: “Francesca mi organizzò un aperitivo. Quando arrivai vidi Nuzzi che già conoscevo, ma feci finta di non conoscerlo”. Il monsignore ammette il reato per cui è detenuto: “ho passato i documenti" ma precisa: “ho cercato di dare quelli meno pericolosi e dannosi, o di scarso valore”.
I messaggi dello scandalo
Tant’è, lo scandalo è scoppiato e ora è un tutti contro tutti. Risalgono alla settimana scorsa i messaggini che Balda e Chaoqui si sono scambiati via Whatsapp dove il rapporto intimo tra i due non è così difficile da cogliere: "Se continui a fare di testa tua con noi hai chiuso. Io sono stanca di farti da badante. Se fai casino, con la tua sicurezza e la tua protezione hai chiuso". Lui non risponde, lei insiste: “Io ti conosco. So bene quando vuoi mettere distanze. Ora vuoi mettere distanza perché qualcosa ti fa male o ti dà fastidio. Ma come al solito non me lo dici e ci resto male. Sai quanto ci tengo e ti voglio bene... ma è per te che lo faccio. Ma perché vuoi abbandonarmi?”. Balda risponde: “Ho bisogno de un po’ de tranquillità. Te priego”.
Il giorno dopo la pubblicazione del carteggio elettronico tra i due, la Chaouqui si sveglia di buon ora e all’alba lancia un post al vetriolo ai giornalisti via Facebook: "Ricettatori dei bassi fondi in possesso degli atti secretati di un processo di cui io da imputata non ho potuto vedere gli atti se non per 20 minuti! Vi sfido: dimostrate prima dei giudici che sono il corvo!". La sfida non è stata colta, i giornalisti non hanno dimostrato "che ho tradito il Papa" come la donna li aveva invitati a fare. Avvertendoli, in caso non ci fossero riusciti, delle conseguenze: "Se non ci riuscite, come accadrà, guardatevi allo specchio e iniziate a contare gli istanti che vi separano da quando un tribunale vero, con un magistrato vero, in Italia, vi condannerà a risarcirmi il danno del martirio senza prove che sto subendo a causa di chi al posto di ricordarsi di essere un giornalista e non un esecutore materiale degli ordini dei bassi fondi di un Para- Vaticano vergognosamente viscido, mi denigra e delegittima. Io sono qui e aspetto".
L’udienza c’è stata e, come fa sapere la Chaouqui via Fecebook: “Hanno concesso solo a me il termine a difesa di 5 giorni in cui potrò presentare entro sabato nuove memorie a mia difesa è potrò leggere compiutamente tutti gli atti. Oggi vedere Balda sorridere e non vergognarsi di quelle bugie che ha scritto mi ha disgustato più delle bugie stesse”. Per ogni aggiornamento, appuntamento al prossimo scandalo nello scandalo.
Copyright foto: Olycom/Facebook@Francesca Immacolata Chaouqui
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