Black Dot Campaign: un neo sul palmo per denunciare la violenza domestica
Lanciata negli States, la campagna Black Dot Campaign permette alle donne vittime di violenza domestica di denunciare l'abuso dipingendosi un piccolo neo sul palmo. In 24 ore ha raccolto 5 milioni di adesioni.
Donne con un piccolo neo sul palmo che dice più di mille parole, donne che raccontano una violenza subita senza bisogno di articolarla con la voce. È l’iniziativa lanciata negli States da Black Dot Campaign che sta contagiando anche il Vecchio Continente volta a sensibilizzare l’opinione pubblica, perché troppo spesso, dopo un abuso, cala il silenzio che lascia impuniti i colpevoli, in gran parte i partner.
“Le vittime di violenza domestica sono più a rischio di essere uccise nel momento in cui decidono di lasciare i loro partner” spiega Cindy Southworth, vice presidente esecutivo della Rete Nazionale per porre fine alla violenza domestica, a The Huffington Post Usa. “L’iniziativa vuole aiutare queste donne a chiedere aiuto, le incoraggia a dipingere un minuscolo puntino nero sui palmi delle proprie mani” perché il mondo sappia, perché loro sappiano di non essere le uniche, perché il coraggio, prima o poi si trasformi in denuncia.
Denuncia che in questo modo può arrivare anche per bocca di associazioni, parenti, amici, medici e tutti coloro che magari non vedono i lividi sul corpo e nell’anima ma un puntino nero sul palmo sì. "L'ethos originale per questa campagna è stato quello di consentire a una vittima di mettere un punto sulla mano di qualcuno di cui si fidavano per consentire l'inizio di una conversazione che portasse all'avvio di un percorso verso un intervento professionale", scrive Black Dot Campaign sulla propria pagina Facebook.
Detto fatto: lanciata negli States, dove 1 donna su 4 è vittima di violenza, in sole 24 ore quasi 5 milioni di persone hanno aderito alla campagna e 49 vittime sono già state aiutate a fuggire dai propri incubi domestici: "Può essere molto difficile e pericoloso per le vittime di abusi domestici parlare di ciò che sta accadendo loro, a causa della paura di ciò che potrebbe fare il colpevole e la paura di non essere credute" ha ribadito Polly Neate, chief executive. "Il punto nero potrebbe aiutare alcune vittime a comunicare il loro abuso ed è utile avere una gamma di opzioni perché le circostanze variano notevolmente".
Vedi la donna che ha condiviso la sua mano con tanto di neo sulla pagina Facebook: "Non ho dovuto dire una parola", ha scritto. "Questa campagna mi ha dato la forza e l'idea di come chiedere aiuto. Ora grazie alla campagna e all'aiuto di un consulente, sono finalmente al sicuro".
Copyright foto: Facebook@Black Dot Campaign
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