Kamilah: otto giorni in cella (con i matti) perché afroamericana su una Bmw

Gli agenti di New York non hanno creduto che Kamilah Brok, 32enne afroamericana, potesse essere la proprietaria della Bmw che stava guidando: arrestata ha trascorso 8 giorni sedata, in un ospedale psichiatrico.  

Kamilah Brok, 32enne afroamericana rinchiusa in un ospedale psichiatrico perché accusata di essere una "bugiarda".


Kamilah Brok ha trascorso centonovantadue ore, otto giorni e otto notti, come i matti, rinchiusa in un ospedale psichiatrico da agenti della polizia che non hanno ritenuto verosimile che lei, 32 anni, banchiera con la pelle nera, potesse essere la proprietaria di una Bmw 325Ci del 2003. È successo negli Stati Uniti dove la questione razziale è tristemente tornata d’attualità, con violenze che esplodono improvvise, morti sospette ed episodi che dividono l’opinione pubblica.     

La vicenda, che risale a un anno fa, ha dell’incredibile: Kamilah è ferma a un semaforo di Harlem, ascolta la musica a tutto volume, le mani battono il tempo sul volante, la polizia la nota e le chiede di uscire dalla macchina. Kamilah Brok obbedisce, scende dalla sua Bmw che viene subito presa in custodia e fornisce tutti i dati affinché gli agenti possano fare tutti i controlli. Nel frattempo viene trattenuta senza alcuna specifica accusa, finché, esausta, prova a riprendersi ciò che è suo di diritto. Apriti cielo: nessuno le crede, l’apostrofano dandole della "Bugiarda”, l’ammanettano e la trasportano all'ospedale psichiatrico di Harlem. Lì la denudano, la sedano e per tutto il tempo la costringono a ingurgitare medicinali.  

Un incubo che sembra non avere fine visto che la donna, che oggi passa un talk show all’altro spaccando l’opinione pubblica, deve alla Corte Distrettatuale dello stato di New York 13 mila dollari di spese mediche che non ha nessuna intenzione di pagare. Al contrario, la denuncia è già partita e a questo punto sarà un giudice a stabilire chi sta nel giusto e chi nello sbagliato.    

La domanda che Kamilah ripete ovunque, a chiunque, a cominciare da se stessa è la più semplice, la più triste: ”Se al mio posto ci fosse stata una donna bianca sarebbe accaduto lo stesso?”. Una domanda che, purtroppo, ancora oggi sembra avere la stessa, triste, risposta.

Copyright foto: Twitter@HuffingtonPost 
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