Angelina Jolie sugli stupri dell'Isis: "Mai così prima d'ora"
Angelina Jolie alla Camera dei Lord invoca un intervento contro l'Isis e parla delle violenze sessuali reiterate: "niente può prepararti alle terribili storie di rapimenti, abusi e sfruttamento che ti raccontano le persone in fuga".
Lo stupro è una regola per il sedicente Stato islamico. Ad assicurarlo è Angelina Jolie che ha vestito i suoi panni di inviata dell'Onu per i rifugiati di fronte alla Camera dei Lord inglesi invocando azioni concrete contro le violenze sessuali diventate “un’abitudine” nelle zone di conflitto. Mentre cresce la preoccupazione della Nato sull’intervento russo in Siria, e i ribelli islamici continuano la loro avanzata, la signora Pitt prende il microfono accantonando, per un istante, il suo ruolo istituzionale e parlando semplicemente da donna che ha visto con i suoi occhi gli occhi di chi ha subito una violenza sessuale.
Impossibile, racconta Angelina, immaginare il trauma di chi ha subito una violenza e impossibile, allo stesso tempo, aiutare queste persone con le quali non è possibile stabilire alcun tipo di contatto. I miliziani del Califfato, spiega l’attrice, sono invitati continuamente allo stupro. Anzi, viene loro chiesto di stuprare e la violenza sessuale è imposta "come una abitudine” perché "sanno che è un'arma molto efficace e la stanno usando come punto centrale del loro terrore". Un’arma efficace che non è mai stata usata prima in maniera così massiccia e che, per questo, deve essere fermata con ogni mezzo. Anche perché, spiega Angelina, “questa è una questione politica. Loro stanno dicendo che si comportano così, che in questo modo costruiscono una società e quindi hanno il diritto di violentare” e “niente può prepararti alle terribili storie di rapimenti, abusi e sfruttamento che ti raccontano le persone in fuga dall’Isis. C’è un urgente bisogno di un leadership internazionale che spezzi il circolo di violenze siriane e ridia dignità a migliaia di profughi”.
Leadership che, però, ripete ancora lei, deve intervenire al più presto perché – conclude – “è stato scioccante vedere quanto la situazione umanitaria si sia deteriorata dopo la mia ultima visita”. Ed è per questo che sembra impossibile poter aspettare ancora.
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