E luce fu: l'occhio bionico restituisce la vista

Al Manchester Royal Eye Hospital un team di medici ha impiantato un occhio bionico su un paziente 80enne affetto da degenerazione maculare secca, una malattia degenerativa purtroppo molto comune. I risultati dei primi test sono molto positivi, ora la ricerca va avanti.

Argus II: così si chiama l'occhio bionico impiantato al Manchester Royal Eye Hospital.


E luce fu: grazie all’occhio bionico un anziano inglese che non vedeva più, oggi vede di nuovo. Soffriva di degenerazione maculare secca, una malattia progressiva, purtroppo molto comune con l'avanzare dell'età, che condanna alla cecità ma dopo l’intervento di 4 ore al Manchester Royal Eye Hospital e l’impianto di Argus II - così si chiama l’occhio bionico -, il mondo e i suoi abitanti hanno di nuovo una forma

Effettuato nel giugno scorso, l’intervento è destinato a entrare nella storia, dando speranza a tutti quelli che il mondo lo vedono sempre più sfuocato. Soprattutto gli anziani che, come l’80enne che si è affidato al Manchester Royal Eye Hospital, spesso soffrono di degenerazione maculare secca: “Questa forma – spiega Paulo Stanga, consulente oftalmologo e chirurgo vetroretinico al Manchester Royal Eye Hospital - è comune ma non curabile. Nel mondo occidentale è la causa principale della perdita della vista. Sfortunatamente con l’invecchiamento della popolazione sta diventando ancora più comune”. Ma da qui il traguardo si sposta un po’ più in là: “Se avrà successo, forse successivamente lavoreremo per reclutare pazienti affetti dalla forma avanzata ed essudativa”.
       
Argus II funziona grazie a un paio di occhiali muniti di camera miniaturizzata che registra le immagini video che vengono poi convertite in una serie di impulsi elettrici che, trasmessi wireless agli elettrodi sulla superficie della retina, la stimolano fino ad indurre la percezione di forme di luce nel cervello. Una traduzione di segnali che il paziente impara a fare in breve tempo. Nel caso dell’inglese 80enne, l’impianto è avvenuto il 16 giugno, due settimane dopo, il sistema è stato acceso. Ebbene, i test effettuati il primo luglio che consistevano nel guardare lo schermo di un computer e identificare elementi bianchi e neri, con diversi orientamenti è andato come gli scienziati speravano. 
 
Per quanto mi riguarda - conclude Stanga -, i primi risultati del test sono un pieno successo e attendo con impazienza di trattare con Argus II molti altri pazienti affetti da questa malattia per continuare l’esperimento. Al momento stiamo reclutando altri 4 pazienti a Manchester per il test. Questa tecnologia è rivoluzionaria e cambia la vita dei pazienti ripristinando alcune funzioni visive e aiutandoli a vivere in modo più indipendente”. 

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